I capipopolo non esistono, non si vota. Ecco la classifica regione per regione


15 giorni  fa la colpa fu data al bel tempo e al ponte del 2 giugno. Oggi il torto può essere affibbiato solo e soltanto alla politica. L’affluenza alle urne nel primo turno delle comunali 2016 aveva fatto registrare un’ulteriore regressione rispetto a 5 anni fa, con dati sconcertanti (poco al di sopra del 50%) a Napoli e in particolare nelle città del Sud Italia.

Anche per il ballottaggio delle elezioni amministrative gli scontenti, quelli del partito dell’astensione, vincono. Sono la maggioranza del Paese. Da Nord e Sud, senza esclusioni. Ma è al Sud, a Napoli, in particolare, che i dati sono estremamente negativi. Alle 12 nel capoluogo campano si superava a stento la soglia del 10% (Qui tutti i dati), alle 19 si superava il 25% (Qui tutti i dati), per terminare alle 23 con un 36% (Qui tutti i dati)

Non è un caso che scendendo lo Stivale i numeri relativi al ballottaggio siano impietosi. Proprio nelle terre dove lo Stato è meno presente, l’avversione nei confronti del governo è più forte e si preferisce astenersi. Così se qualche candidato si era presentato come una sorta di “capo popolo”, si può decretare senza dubbio la sua sconfitta. Il popolo non lo ha seguito.

Di seguito i dati (forniti dal sito del Ministero dell’Interno) dell’affluenza alle urne alle ore 23 regione per regione, secondo cui l’affluenza totale del Bel Paese ha a stento superato la soglia del 50%, con un misero 50, 52% (in ordine decrescente):

Basilicata 63,33%

Umbria 59,21%

Toscana 55,97%

Abruzzo 55,53%

Puglia 55,13%

Veneto 54,59%

Emilia-Romagna 54,19%

Sardegna 53,71%

Piemonte 53,35%

Lombardia 51,49%

Lazio 51,14%

Molise 50,26%

Marche 50,18%

Liguria 49,38%

Calabria 48,78%

Campania 40,59%


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