La “divina” Costiera Amalfitana a rischio: abusivismo, frane ed alluvioni


Divina costiera” la chiamavano a partire dal secondo dopoguerra, ma mai come in questi ultimi anni la Costiera amalfitana, e in parte il Cilento più avanti, soffre delle inadempienze nei confronti della sua cura e di abusivismi diffusi, i quali minacciano l’integrità dei costoloni rocciosi.

Come gran parte dell’Italia, anche la Divina si scopre fragile, quasi di marzapane, se non custodita e valorizzata. Ormai innumerevoli sono state le frane, i cedimenti rocciosi e le inondazioni fluviali catastrofiche nell’ultimo periodo, le quali hanno sferzato i popoli costieri. Ieri nel comune di Vietri sono stati riaperti nuovi cantieri, mentre, dopo 35 giorni di inagibilità, riapre al transito la statale 163.

La Regione ha istituito un nuovo corpo, il servizio rocciatori, adibito al controllo delle cattedrali rocciose della Costiera, per certi versi non più tanto divina, mentre, e la cosa diviene imbarazzante, continuano a persistere medi e grandi abusivismi sotto la luce del sole. Uno dei più grandi è quello tra i comuni di Agerola e Furore, dove il complesso alberghiero del Sant’Orsola continua ad espandersi, erodendo, scavando e deforestando intere pareti rocciose, compromettendo lo skyline tipico dei terrazzamenti, e intaccando il patrimonio storico del Parco dell ex colonia montana “Principe di Napoli” di era fascista, che sormonta la zona.

ex colonia montana "Principe di Piemonte"

ex colonia montana “Principe di Napoli”


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