Terra dei Fuochi: bloccata la vendita per i terreni avvelenati


La Terra dei Fuochi non è a rischio, o almeno questo è quanto dicono le analisi condotte sui terreni interessati a seguito delle indagini intraprese dal parlamento per verificare lo stato di salute dei territori compresi tra Napoli e Caserta. Non c’è da preoccuparsi –pare- perché il 98% dei terreni appartenenti a 57 comuni presenti nella “zona rossa” sono stati ritenuti sicuri.  Solo il restante 2%, poco più di 9 chilometri quadrati di terreni agricoli, è stato invece sottoposto a sequestro, perché ritenuto pericoloso e ad alto potenziale tossico.

Le indagini tecniche sui terreni destinati all`agricoltura nella regione Campania non lasciano interpretazioni,  la  “Terra dei Fuochi” sarebbe circoscritta in quel fazzoletto di terra di appena 9 km.

La mappatura è stata condotta su  57 Comuni,  33 di questi siti in provincia di Napoli, ovvero, Acerra, Afragola, Caivano, Calvizzano, Casalnuovo di Napoli, Casamarciano, Casandrino, Casoria, Castello di Cisterna, Cercola, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Mariglianella, Marigliano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Napoli, Nola, Palma Campania, Pomigliano d`Arco, Qualiano, Roccarainola, San Giuseppe Vesuviano, Sant`Antimo, Saviano, Scisciano, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno, Villaricca; mentre i restanti 24 in provincia di Caserta, ovvero Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Caserta, Castelvolturno, Cesa, Frignano, Villa di Briano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Maddaloni, Marcianise, Mondragone, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d`Aversa, San Marcellino, Sant`Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa Literno.

Nonostante i risultati delle analisi condotte sui 1.076 kmq dei 57 Comuni prioritari, sono stati ugualmente individuati ben 51 siti da sottoporre a bonifica al fine di salvaguardare e garantire la sicurezza delle produzione agroalimentare. Nuovi approfondimenti verranno  effettuati a partire dai terreni classificati a maggior rischio, entro un massimo di 90 giorni a partire da ieri, al fine di indicare con precisione i terreni da sottoporre ad interdizione e quelli invece ritenuti liberi da agenti inquinanti.

Intanto il Ministro Beatrice Lorenzin si dice non ancora del tutto soddisfatta dichiarando che: “il risultato mi vedrà soddisfatta quando metteremo fine a questa vicenda, che è tra le più tristi della recente storia del nostro Paese. Quello che mi conforta è che per la prima volta una nuova generazione al Governo stia affrontando con serietà e il massimo dell’impegno una questione lasciata aperta per quasi due decenni. Con un obiettivo preciso: dare risposte concrete ai cittadini campani e garanzie precise ai consumatori».


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