Balneabilità 2017, dati ARPAC: mare eccellente a Napoli. Ecco le 3 zone off limits


Lo scorso 10 aprile l’ARPAC (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente – Campania), ente le cui principali funzioni sono il controllo dei fattori di inquinamento ambientale, il loro monitoraggio, nonché l’elaborazione di proposte tecniche ecologicamente compatibili, a seguito dell’attività di monitoraggio ha definito una mappa in cui sono classificate le acque di balneazione per qualità della regione Campania.

La qualità delle acque di balneazione è un elemento strutturale del nostro turismo (specialmente in questi giorni, in cui dai dati è emerso che il numero di persone in visita a Napoli ha avuto un incremento rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti anche grazie alle numerose mostre d’arte che sono state allestite) oltre a riflettere la corretta o meno gestione in materia ambientale e sanitaria delle reti di approvvigionamento idrico

I dati emersi dall’analisi ARPAC mostrano che a fronte di nove zone classificate come “eccellenti” e cioè  Nisida, Trentaremi, Marechiaro, Punta  Nera, Capo Posillipo, Posillipo, Donn’Anna, Lungomare Caracciolo e via Partenope, tre sono definite “scarse” quindi non balneabili e sono San Giovanni a Teduccio, Pietrarsa e P.zza Nazario Sauro.

Tra i posti definiti “eccellenti” ricordiamo “la spiaggia della Gaiola” situata nell’area marina protetta del parco sommerso nei pressi del suggestivo borgo di Marechiaro dove si possono svolgere visite al parco archeologico con un battello dal fondo trasparente.

Lo “scoglione di Marechiaro”, magico paesaggio costiero di Posillipo, dove l’acqua è limpida e si respira l’aria della Napoli cinematrografica.

Spostandoci a Posilipo troviamo “Il bagno Elena“, primo stabilimento della storia di Napoli, e “la baia delle “Rocce Verdi” .

 Questi sono alcuni dei luoghi principali in cui la qualità dell’acqua del mare è definita “eccellente” dall’ente.

Mentre il lungomare di San Giovanni a Teduccio, che da alcuni anni è ritornato ad essere un punto di ritrovo e svago per decine di persone, secondo L’ARPAC,  non è balneabile e per gli abitanti della zona, che non hanno la possibilità di recarsi altrove, non è garantito il diritto di poter fare il bagno in quel luogo.

E anche Pietrarsa con il suo porticciolo recentemente dotato di aree urbane attrezzatissime è zona off limits. Dinanzi a queste analisi è doveroso porsi degli interrogativi.

Cosa può fare la collettività? Quali azioni,  la regione Campania, sta predisponendo? Perché il fiume Sarno, che sfocia a est di Napoli, pur essendo lungo pochi chilometri è diventato noto per essere considerato il corso d’acqua più inquinato d’Europa?

La pubblicazione di queste analisi, sulla qualità dell’acqua del mare, risponde all’esigenza di fornire risposte alle istituzioni e trovare soluzioni concrete per migliorare questi luoghi? E senza disparità tra aree appartenenti alla stessa città?

 


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