Blue Whale, la chat con un presunto curatore: “Se inizi non puoi tornare indietro”


Continua ad essere forte l’attenzione mediatica sul Blue Whale, il gioco che istiga i ragazzini al suicidio, nato in Russia ma arrivato anche qui in Italia. Ieri sera, a Chi l’ha Visto, è andato in onda un lungo servizio dedicato alla ‘Balena Blu’, che ha approfondito il tema e mostrato agli spettatori dei particolari inediti.

Il programma di Rai3 ha intervistato il padre di una ragazzina di 12 anni, di Fiumicino, che per puro caso ha trovato nel cellulare della figlia foto e video di tagli sulle braccia. Questo materiale, come rivelatogli dalla 12enne, girerebbe facilmente sui social e anche alcune delle sue amiche ne sarebbero protagoniste. L’uomo si è rivolto ai carabinieri, sono in corso delle indagini.

La redazione di Chi l’Ha Visto ha poi provato a contattare uno dei ‘curatori‘, ossia coloro che terrebbero le redini del gioco dall’altro lato dello schermo. Su Twitter ce ne sono molti, anche italiani, alcuni con parecchi followers. Come mostrato nella trasmissione di Federica Sciarelli, questi personaggi istigano ad atti di violenza (si parte con incisioni sulle braccia, poi con la visione di film horror in piena notte), ma in questo caso specifico la conversazione è durata pochi messaggi. Dopo che il giornalista ha sfidato il curatore dicendogli che il video non gli aveva fatto paura, quest’ultimo non ha più risposto.

C’è già parecchia “letteratura” sulla Blue Whale. Qualcosa è falso, come parte del servizio de Le Iene, da cui è poi partito tutto. Di vero e concreto, però, c’è certamente il rischio di emulazione, potenzialmente grave quanto l’esistenza del gioco stesso.

Clicca qui per vedere il servizio (da 1 ora e 7 minuti circa).


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