Sparatoria a Chiaia, 19enne ferita: “Una fitta alla schiena, a casa ho visto il sangue”


Tutta la città di Napoli è ancora scossa dopo la sparatoria avvenuta ai Baretti di Chiaia nella notte tra sabato e domenica. Gli uomini della Squadra Mobile partenopea sono a caccia dei due sicari che hanno aperto il fuoco nel centro della movida napoletana, fuggendo poi su uno scooter e facendo perdere le proprie tracce.

Secondo le ultime indiscrezioni, a scontrarsi sarebbero state due bande, una proveniente da San Giovanni a Teduccio, l’altra da Pozzuoli. Al momento i sei feriti non hanno fornito agli investigatori indizi rilevanti.

Il Mattino, nella sua edizione odierna, riporta la testimonianza di una ragazza rimasta coinvolta nell’agguato, ora ricoverata all’ospedale Pellegrini: “Ho sentito gli spari, la strada era affollata, sono scappata, una fitta mi ha lacerato la schiena, ho creduto di aver ricevuto una gomitata. Mi sono accorta di essere stata colpita solo quando sono arrivata a casa e mi sono messa a letto: è stato allora che mi sono accorta della macchia di sangue che si stava allargando”.

La giovane vive al Pallonetto, la sua è una famiglia tranquilla: mamma casalinga, papà tassista. Proprio suo padre, infatti, chiede che il nome di sua figlia sia lasciato fuori da certe dinamiche: “Mia figlia è una vittima innocente, per favore scrivetelo. E scrivete anche che non si può rischiare la vita solo per andare a bere qualcosa con gli amici. Bisogna intervenire, bisogna rendere sicura la movida”.

Intanto in città monta la protesta. Ieri un flashmob, organizzato in occasione della terza giornata della Festa regionale dei Verdi, ha dato voce alla rabbia e alla paura dei ragazzi dai 15 ai 25 anni, che si sono riuniti per chiedere più sicurezza e controlli: “Non è possibile che dobbiamo uscire la sera con la paura di essere accoltellati o sparati da orde di baby gang che operano indisturbate e impunite”.

Ora le indagini faranno il loro corso per chiarire l’accaduto, mentre il questre De Iesu ha annunciato controlli maggiori in previsione delle festività natalizie e un comitato di sicurezza pubblica sull’emergenza.


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