Don Michele si difende: “Il Vescovo sapeva tutto. Abusi sessuali? Tutto falso”


Continuano le indagini su Don Michele Barone, il prete accusato di inscenare falsi esorcismi per attirare seguaci dai quali estorcere denaro ma soprattutto è stata mossa anche l’accusa di violenza sessuale su una bambina di 14 anni.

Come riporta la Repubblica.it, il prete ha respinto ogni accusa, dagli abusi su minorenni alla illegittimità della sua attività da esorcista, ribadendo che la chiesa e il Vescovo della Diocesi di Aversa ne fossero a conoscenza. Infatti dalle dichiarazione dell’avvocato Carlo Taormina, difensore del prete del “Tempio” di Casapesenna, emerge una vicenda e una realtà dei fatti totalmente opposta a quella che, come sembra si vuol far credere:

Gli esorcismi avvenivano secondo quelle che sono le condizioni ecclesiastiche. Il vescovo sapeva, era informato man mano che andavano avanti le cose. Noi abbiamo anche contestato la sospensione del sacerdote fatta dal vescovo, nella quale si dice che vi sarebbe stata la sua totale inconsapevolezza”.

Addirittura si è parlato anche dell’esistenza di una vera e propria setta in cui si perpetravano queste violenze, ma secondo il legale sono esagerazioni per infangare il prete: “Don Michele ha fatto presente che presso la cappella del santuario c’è un gruppo di preghiera che è sempre esistito da molti anni, da quando è stato costruito il santuario, per cui è tutto nell’assoluta regolarità”.

Per quanto riguarda l’accusa incentrata su losche attività economiche del prete, che finanziava viaggi a Medjugorie per far alloggiare i suoi fedeli in un Hotel di sua proprietà, è stato accertato che l’albergo Medjugorie Hotel & Spa non è di proprietà di don Michele Barone.


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