I cani randagi di Pompei diventeranno cani di quartiere


Il tentativo di catturare i cani randagi che vagano nel sito archeologico di Pompei, svoltosi nella giornata di ieri, si è rivelato fallimentare ma invece di tentare una nuova caccia al randagio oggi si è deciso per una nuova soluzione.

Grazie ad un accordo raggiunto tra Soprintendenza, Comune e Asl i cani che bazzicano all’interno del sito archeologico verranno regolarmente visitati dai veterinari dell’ASl di Napoli che provvederanno a microchipparli, sterilizzarli e controllarne lo stato di salute. Scongiurando il rischio che i cani possano veicolare malattie e assicuratisi che non costituiscano un pericolo per i turisti ed i visitatori in genere del sito archeologico, questi cani saranno adottati dal Comune, diventando cosi Cani di quartiere.

I cani saranno cosi liberi di entrare e girovagare all’interno degli scavi ma sotto controllo, «Al fine di garantire la tutela e la sicurezza dei visitatori e al tempo stesso di salvaguardare i piccoli ospiti del sito – scrive la Soprintendenza in una nota – verrà sottoscritto un accordo tra Soprintendenza, Comune e Asl per avviare un sistematico controllo sanitario di tutti i cani presenti che saranno censiti, sterilizzati e microchippatìiin modo da eliminare qualsiasi possibile fonte di pericolo o di diffusione di patologie per i turisti, in ottemperanza alla legge della Regione Campania numero 16 del 24 novembre 2001 in materia di ‘Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo in materia di randagismo».

Si è cosi giunti alla risoluzione del problema che in questi ultimi due giorni sembrava essere di fondamentale importanza per la Soprintendenza degli scavi.


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