Arriva dal Nord la “Finta Pastiera”: diciamo NO alle brutte copie del Sud


E’ una tradizione secolare quella di preparare per il Natale e la Pasqua gustose pastiere seguendo rigorosamente la ricetta tipica napoletana che tutti conosciamo oggi, la quale, si dice, venne resa perfetta dalle suore del convento di San Gregorio Armeno.

La pastiera, inutile dirlo, è uno dei dolci napoletani più buono e più famoso, che fortunatamente riusciamo a trovare tutto l’anno nelle nostre pasticcerie.

Peccato però, che a rompere la magia ci hanno nuovamente pensato le grandi aziende, che anche quest’anno hanno proposto ai clienti di tutta Italia pastiere confezionate e facilmente reperibili negli scaffali dei supermercati.

Sulle confezioni si parla di una “torta fresca” e subito in basso appare il nome della nostra amata “pastiera” non prodotta assolutamente al Sud.

Un nome rubato, una tradizione stravolta ancora una volta a discapito delle nostre istituzioni culinarie. Si tratta soltanto dell’ennesima copia, non artigianale, con prodotti non nostri e che sicuramente non segue la preparazione legata alla nostra amata e antichissima tradizione.

“La Campania e il Sud sono vittime, da oltre 150 anni, di un sistema economico e industriale nord-centrico che ha reso l’ex Regno delle Due Sicilie una vera e propria colonia di semplice consumo. La Campania e il Sud sono vittime anche di classi dirigenti locali sempre poco attente alla concreta difesa della nostra cultura e della nostra economia”, si legge nel comunicato del Movimento Neoborbonico, che difende con i denti ciò che è nostro e che quotidianamente si batte per diffondere il più possibile la compagna “Compra al Sud”, a difesa dei nostri tesori.

Comprando copie confezionate altrove, brutte copie dei nostri prodotti, non facciamo altro che danneggiare l’immagine dei nostri prodotti far perdere di valore a ciò che di più bello abbiamo: la cucina genuina, le tradizioni locali e l’amore assoluto per tutto ciò che è nostro.

Oltre che ad un problema culturale, a causa di queste pessime copie vendute in tutta Italia, il tutto diventa una questione economica. Ricordiamoci, noi che possiamo permetterci il lusso di assaporare pastiere “originali” e artigianali, di lasciare quelle confezionate negli scaffali e di portare avanti la nostra tradizione anche per far girare la nostra economia.


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