Il Lungomare di via Caracciolo per l’Arpac è inquinato, il Comune: “È eccellente”


Le acque del Lungomare di via Caracciolo sono inquinate. Anzi, no. Tanta confusione e poca chiarezza in merito alla balneazione del tratto più famoso della città partenopea. Secondo l’Arpac, non è possibile farsi il bagno a causa di un’elevata concentrazione di enterococchi intestinali, pari a 885 unità in 100 ml di acqua. Ben quattro volte superiore al limite di legge consentito.

Le misurazioni effettuate dall’Arpac risalgono al 30 aprile. Quindi, i napoletani durante il ponte del 1 maggio hanno nuotato in un mare non balneabile, inquinato appunto. Com’è possibile che nessuno, al Comune, abbia emanato un’ordinanza che lo vietasse?

L’ultima ordinanza è stata firmata da de Magistris il 23 aprile scorso, ed indicava che “il mare di via Caracciolo è eccellente”. Tale valutazione, però, si basava sui rilievi del 2017 e dei tre anni precedenti, quando i parametri microbiologici erano tutti a norma di legge. Probabile che già nelle prossime ore possa essere emanato il provvedimenti di divieto di balneazione. Intanto, l’Arpac ha effettuato nella giornata di ieri nuovi prelievi, e solo domani se ne conosceranno i risultati.


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