Universiadi 2019: dopo le polemiche arriva il “sì” della Fisu per le “casette”


Pian piano sembra che le cose per le Universiadi 2019, previste a Napoli, si stiano sistemando dopo la baraonda degli ultimi mesi. Infatti, dopo l’approvazione dei piani attuativi e con la firma della convenzione tra il Commissario straordinario, Luisa Latella, e la Coni Servizi Spa, arriva anche il via libera della Fisu, la federazione internazionale degli sport universitari.

Il “sì” della Fisu è importante soprattutto per la questione “casette” alla Mostra d’Oltremare, per una sorta di villaggio che dovrà ospitare gli atleti che approderanno all’ombra del Vesuvio. Proprio su queste “casette”, dopo la firma della convenzione, però ci sono state grandi polemiche alle quali ha risposto lo staff del commissario, dopo aver incassato il benestare di Alan Shaw, il Ceo di Epic, l’advisor delle Universiadi, chiamato in causa dalla Fisu per aiutare la realizzazione della manifestazione.

Sembra – si sottolinea dal commissariato – che le altre ipotesi, come quella dell’ex Nato, non sono state già valutate adeguatamente e scartate per i problemi che comportavano e come se, nell’elaborare il progetto della Mostra, non siano stati valutati gli aspetti paesaggistici, funzionali e la questione dei sottoservizi, quasi fossimo dilettanti. Poi arriva un esperto come Shaw della Epic e verifichiamo che il piano è compatibile con le indicazioni della Fisu. Ma qui a Napoli è così: solo quando si decide di fare qualcosa esce fuori qualcuno con un’ipotesi alternativa“.

L’alta tensione per la vicenda emerge anche dalle parole del consigliere delegato della Mostra d’Oltremare Peppe Oliviero: “Si parla tanto dell’impatto del nostro piano, ma stiamo parlando di un evento sportivo che dura 15 giorni, con moduli abitativi che resteranno nel perimetro dell’area per un breve periodo: fin dal bando è previsto lo smontaggio delle casette e il ripristino dei luoghi in tempi rapidi“.

Pensiamo poi alla ricadute – ha continuato Oliviero – Con le navi da crociera si paga un pacchetto chiuso ad una multinazionale che poi lavora in proprio. Qui si creano lavoro e servizi per le piccole imprese della città, da quelle edili a quelle di servizi come le lavanderie. Noi valutiamo che per ogni euro investito per gli eventi fieristici ce ne sono sette di ricaduta per la città, per i congressi si passa a nove, con il villaggio delle Universiadi pensiamo di triplicare queste cifre. La polemica politica non ci appartiene“.

La polemica, però, non è stata solo politica come sostiene Oliviero, ma a dar mano a questa ci ha pensato anche Legambiente che in un comunicato di qualche giorno fa ha espresso la sua preoccupazione per l’impatto ambientale: “Ancora una volta l’incapacità delle istituzioni di prendere decisioni nei lunghi tempi avuti a disposizione viene risolta violentando uno dei pochi luoghi fruibili dai cittadini nel già esiguo e spesso degradato patrimonio di beni ambientali e culturali della città. In spregio ad una seria pianificazione dei grandi eventi che comportano una concentrazione del carico pressorio sulle strutture e sulle infrastrutture per i sottoservizi, si chiude un accordo che penalizza un bene monumentale, quello sì comune, perché racchiude non solo valenze ambientali e culturali, ma soprattutto identitarie della città“.


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