17 maggio 1993: moriva a 17 anni Maurizio Estate per essersi ribellato alla camorra


E’ il 17 maggio del 1993, siamo in vico Vetriera a Chiaia a Napoli. Giuseppe Estate ha un auto-lavaggio, è venerdì e il lavoro procede come sempre. Un cliente ha appena terminato di farsi lavare la macchina, ma mentre sta andando via viene fermato da due malfattori a bordo di una moto che tentano di strappargli l’orologio. Giuseppe urla, richiama l’attenzione del figlio di 17 anni Maurizio che mette in fuga i malviventi, commettendo, però, un solo “errore”: vedere in faccia quello seduto sul sellino posteriore.

Lo sgarro è troppo grande da poter essere accettato, così i due scippatori si recano dal boss dei Quartieri Spagnoli, al quale avevano chiesto protezione, e sentenziano la meritata punizione. Dopo qualche ora all’auto-lavaggio si presenta così una Vespa con a bordo due killer che non lasciano scampo al giovane Maurizio che cade sotto i loro colpi d’arma da fuoco.

Finisce così la vita di Maurizio Estate. Oggi ricorrono 25 anni da quell’assassinio. Un quarto di secolo è passato da una morte che lascia ancora tanti interrogativi, nata dal “no” di Maurizio all’omertà, il “no” di Maurizio all’indifferenza, il “no” di Maurizio all’inciviltà, il “no” di Maurizio alle pratiche criminali alle quali ormai sembra essersi abituati, soprattutto in alcune zone del Napoletano.

Per i suoi genitori oltre il danno la beffa: dopo 15 anni dall’omicidio gli assassini vengono scarcerati, per mancanza di legami con la criminalità organizzata. L’ennesima ingiustizia che negli anni si è cercata di affievolire con diverse iniziative e intitolazioni. Anche oggi, una commemorazione alle ore 10,30, dove è accaduto il fatto, ha ricordato il giovane Maurizio.


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