Salemme incanta tutti: “Pino, avrei voluto scriverti di Napoli nobiltà borbona…”


Napoli – Come già le premesse promettevano, ieri il concerto- tributo a Pino Daniele ha fatto il pienone al San Paolo. Uno stadio gremito di cuori partenopei che hanno intonato le canzoni di Pino, che a tutto diritto possono essere considerate patrimonio napoletano.

Nell’arco della sera si sono susseguiti sul palco diversi ospiti che hanno anche dedicato parole commoventi al grandissimo Pino, venuto a mancare troppo presto, lasciando un vuoto indescrivibile. Tra questi in particolare Vincenzo Salemme ha  voluto dedicare una lettera recitata al suo amico, con il quale in passato si sono avute anche delle collaborazioni artistiche. Infatti è stata la chitarra e la voce di Pino a fare da colonna sonora al film “Amore a prima vista” con una delle canzoni più dolce e delicate del suo immenso repertorio musicale: “Sì forever”.

Prevedibile e al tempo stesso immancabile, per un tifosissimo napoletano come Salemme un accenno alla stagione calcistica del Napoli. Una passione che condivideva anche con Pino:

“Sono qui perchè volevo bene a Pino. Avrei voluto scrivere una lettera a Pino. Pino ti avrei voluto scrivere quello che scrivemmo fuori al cimitero di Fuorigrotta quando il Napoli vince lo scudetto ‘e che vi siete persi’, l’avrei voluto scrivere anche quest’anno ma non è andata così. Però abbiamo giocato un calcio sorprendente e ne siamo orgogliosi”.

Subito dopo la sua “lettera raccontata” assume le dimensioni di una poesia malinconica. In cui Napoli fa da contorno alle parole di encomio al grandissimo Pino:

Caro Pino avrei voluto scrivere a te che hai cantato Napoli in tutte le sue declinazioni, un pensiero su Napoli. Avrei voluto scriverti che Napoli è Grecia, è Spagna, è Francia, è nobiltà borbona, ricchezza polverosa. Napoli la perdo tutti i giorni e la ritrovo in sogno, immersa nel suo mare che frena i colpi di chi le spara al cuore. Pino avrei voluto scriverti che ci manca la tua voce, che somigliava ad un soffio di violino accarezzato dal vento. Avrei voluto scriverti salutami Totò, Massimo, Edoardo, Peppino, Titina, Luca, Luigi De Filippo, Renato Carosone, Vittorio De Sica e tutto gli artisti che hanno fatto grande questa città meravigliosa”.

Conclude smorzando la malinconia che ha aleggiato per l’intera serata, sottolineando quanto la lingua napoletana sia un codice linguistico semplicemente perfetto:

Avrei voluto scriverti nella nostra lingua. E la chiamo lingua e no dialetto perché è talmente ricca di cultura e contaminazione che lo stesso vocabolo ha due significati e a volte opposti. Per esempio se tu chiami uno ‘scarrafone’ quello si offende. Invece grazie alla lingua napoletana quello che chiami ‘scarrafone’, si può difendere dicendo che ‘ogne scarrafone è bell’ a mamma soja“.

Ecco il video


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