Il reddito cresce solo al Nord: lavoro e stipendi equi siano la priorità del Governo


Un divario in crescita quello tra Nord e Sud sugli stipendi percepiti dai lavoratori. Secondo l’Istat al Nord il reddito medio di un lavoratore dipendente nel 2016 è stato circa 24.400 euro contro i 16.100 euro di un lavoratore del Mezzogiorno.

Il reddito cresce ma solo al Nord allungando il divario con il Sud. Un esempio è Milano: guadagna 2 volte e mezzo in più di Vibo Valentia. Sono dati preoccupanti e che devono far riflettere soprattutto il nuovo Governo. I due viceministri Matteo Salvini ma soprattutto Luigi Di Maio hanno fortemente sottolineato, sia in campagna elettorale che ora che sono al governo, di voler “risolvere” in primis il problema della disoccupazione.

Di Maio ha dichiarato, infatti, che il loro primo obiettivo sarà ridare un lavoro a chi non ce l’ha. Può bastare? Forse no, perché i dati Istat ci dicono qualcosa in più. Lo scarto tra Nord e Sud non si evince solo da un lavoro che non c’è, ma anche dagli stipendi percepiti da chi lavora.

Si dice che al Nord tutto sia più caro e che al Sud tutto sia più economico, e questo ricade sugli stipendi. In verità non è così o almeno non lo è più. Al Sud gravano tasse onerose dalle assicurazioni delle auto alle tasse comunali. Dunque, non solo cercare posti di lavoro, ma il nuovo Governo dovrebbe puntare a far superare quelle differenze di retribuzioni che accentuano la distanza tra Nord e Sud causando un impoverimento del Meridione.

Da un Governo appena nato, certo, nessuno può attendersi miracoli, tuttavia i cittadini si attendono risposte in tempi più brevi possibili. 


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