Tradotta in napoletano l’ultima scoperta di Pompei: “Ervio Sabbino tene ‘e qualità”

Foto di Pompei - Parco Archeologico


Continua la rubrica della pagina facebook ufficiale del Parco Archeologico di Pompei che traduce le iscrizioni latine in napoletane a cura dello studioso Carlo Avvisati. Grande successo sul web anche per questa nuova traduzione. Questa volta è stata tradotta proprio l’ultima iscrizione ritrovata giorni fa.

“Helvium Sabinum Aedilem d(ignum) r(ei) p(ublicae) v(irum) b(onum) o(ro) v(os) f(aciatis)”, questo è il graffito trovato sui muri esterni di un’abitazione nella Regio V. La sigla finale O.V.F., letteralmente “Vi prego di fare”. Attraverso questa scritta, che poteva precedere o seguire un nome, si chiedeva la preferenza per quel determinato candidato all’edilità (carica che oggi corrisponderebbe al moderno assessorato) o alla duovirità (duoviro o duumviro), carica quest’ultima che assegnava collegialmente determinate funzioni, permanenti o straordinarie, a due magistrati o altrettanti sacerdoti, eletti in coppia per ragioni di reciproco controllo.

La carica di duoviro potrebbe essere assimilata a quella di un odierno sindaco. Oggi potremmo tradurre quella sigla in “Vota e fai votare” che troviamo sui manifesti elettorali.

Così invece è stata tradotta da Avvisati in napoletano: “Ve raccumanno ‘e vutà’ comme aletto a Ervio Sabbino, s’’o mmèreta, tene ‘e qualità”, in italiano: “Vi prego di eleggere Elvio Sabino edile, degno dello stato, uno buono”.


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