Si è ripetuto a Napoli il miracolo di San Gennaro. Sos Sepe: “Città sull’orlo del collasso”


Non è il 19 Settembre se non avviene il miracolo di San Gennaro. La Napoletanità tutta aspetta con ansia che il sangue del Santo si sciolga, altrimenti catastrofi e pesti sono alle porte. Così riporta Il Mattino l’avvenuto.

Si è ripetuto alle 9,41 il prodigio dello scioglimento del sangue di San Gennaro. L’annuncio è stato dato ai fedeli in preghiera nel Duomo di Napoli dal cardinale Crescenzio Sepe che ha sventolato, secondo l’antica tradizione, il fazzoletto bianco ed è stato accolto dai fedeli, giunti nella cattedrale di Napoli sin dalle prime ore del mattino, da un lungo e liberatorio applauso. Il ripetersi del miracolo è letto dai napoletani come un segno di buon auspicio per la città.

Prima del miracolo i fedeli riuniti in Duomo a Napoli avevano intonato le loro litanie implorando il prodigio. Quello di settembre è il più sentito dei tre miracoli dello scioglimento del sanguè del patrono della Campania che avvengono durante l’anno: gli altri due appuntamenti sono a dicembre e al sabato che precede la prima domenica di maggio.

«Napoli, ma non solo Napoli, è sull’orlo di un grave collasso. Noi vogliamo una città e una comunità forte della sua dignità». Lo ha detto il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, nel corso dell’omelia per la cerimonia del miracolo di San Gennaro nel Duomo.

Contro l’ambiente è stato commesso «un vero e proprio stupro della natura». Non solo un «reato ma anche un vero peccato sempre più diffuso in questa società egoistica e consumistica». Lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe nel corso dell’omelia per il miracolo di San Gennaro in Duomo. «È la mentalità del profitto e dell’accaparramento brutale e senza scrupoli – ha aggiunto – che porta alla deriva di una sistematica e vandalica depredazione ambientale».

La vittoria del Napoli. «Ieri sera in campo c’era un giocatore, che il presidente non ha potuto comprare perché altrimenti l’avrebbe fatto, un certo Gennaro, che ha fatto vincere il Napoli»: lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, durante l’omelia della solenne Messa pontificale salutando, fra le autorità, il presidente del club azzurro, Aurelio De Laurentiis. Il cardinale ha fatto così riferimento, anche se non l’ha citata, alla vittoria del Napoli contro il Borussia Dortmund nel match per la Champions. De Laurentiis è arrivato in Duomo pochi minuti prima dell’inizio della celebrazione ed è stato accolto da un lungo e calorosissimo applauso dei fedeli che erano in attesa dell’inizio della Messa.

A Pozzuoli. Anche nel santuario di San Gennaro alla Solfatara di Pozzuoli si è ripetuto il miracolo dell’arrossamento della pietra ivi custodita in una cappella laterale in corrispondenza dell’orario della liquefazione del sangue delle ampolle nella cattedrale di Napoli. Al momento del “miracolo” era in corso la celebrazione della messa ed alcuni fedeli raccolti in preghiera davanti alla reliquia hanno richiamato l’attenzione del celebrante che ha dato l’annuncio. L’evento è stato salutato da un forte applauso. Poi la celebrazione è ripresa regolarmente. Sulla pietra custodita a Pozzuoli, secondo la tradizione, cadde il sangue del santo al momento del martirio.

De Magistris. «Napoli non è una città al collasso, è una città che sta risorgendo». Lo ha detto il sindaco Luigi De Magistris ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare le parole pronunciate dall’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, nel corso dell’omelia per la funzione del miracolo di San Gennaro. «Ho apprezzato molto quell’invito alla dignità – ha aggiunto ancora il sindaco – certo Napoli come le altre soffre per la crisi ma può farcela». Per contrastare i crimini contro l’ambiente, un vero e proprio stupro, come lo ha definito l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, nel corso dell’omelia per il miracolo di San Gennaro, «occorre una parola forte del governo». È quanto ritiene il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Per il sindaco l’esecutivo deve dare i fondi «per bonificare le aree della province di Napoli e di Caserta. È un diritto che noi campani abbiamo».


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