Addio monete da 1 e 2 centesimi. L’Italia saluta i ramini


L’Italia si appresta a salutare le monetine da uno e due centesimi, ritenute troppo costose e quindi deleterie per l’economia italiana. A leggerlo sembra incredibile, eppure per produrre una monetina da un centesimo bisogna spendere 4,5 centesimi mentre per quelle da due, il costo sale a 5,2 centesimi.

Una spesa ritenuta eccessiva, visto l’utilizzo pressoché inesistente delle monete che, non di rado, finiscono per rimanere inutilizzare da negozianti e clienti, senza contare che il 70% di questi si perde ogni anno, costringendo la Zecca ad avviare nuove e continue produzioni.

In un clima di sofferenza economica come quello attuale, dove lo Stato sembra essere arrivato al punto di dover raschiare il fondo del barile, una spesa simile sembra essere inaccettabile, oltre che poco intelligente.

Sono queste le considerazioni che hanno spinto il deputato Sergio Boccadutri a presentare una mozione alla Camera per sospendere la produzione del “conio incriminato“.

Viste le perdite causate dalla produzione dei ramini, la mozione chiede la messa in atto da parte dello Stato, sia livello nazionale che europeo, di azioni volte a sospendere la produzione e la diffusione delle monete da 1 e 2 centesimi.

Sergio Boccadutri, Tesoriere di Sinistra Ecologia Libertà spiega: “L’approvazione unanime da parte dell’Aula della mozione di Sel sulla sospensione del conio delle monetine da uno e due centesimi”, “va nella direzione di ridurre gli sprechi. Si tratta di un passo, forse piccolo, ma nella direzione di cittadini e consumatori. Lo hanno già fatto Finlandia e Paesi Bassi senza effetti inflattivi, con regole di arrotondamento e pressi finali espressi comunque in centesimi. L’impegno ormai è preso, la riformulazione non sarà la scusa per non parlarne più“.


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