Anche a Napoli arriverà il taser: la pistola che “spara” scariche elettriche


La pistola elettrica, il famoso Taser, arriva anche in dotazione alle Forze dell’Ordine di Napoli. L’arma, considerata non letale, fa uso di scariche elettriche, utili a paralizzare eventuali malviventi, causando spasmi muscolari. Il progetto pilota partirà il 5 settembre ed è stato presentato, nel caso particolare di Napoli, nella caserma Cesare Battisti di Bagnoli, dove ha sede anche il poligono di tiro dell’Arma.

L’annuncio dell’arrivo dei taser era stato del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che in un post Facebook ha scritto:  “Dal 5 settembre in 12 città italiane, da Milano fino a Catania, inizierà la sperimentazione del taser, la pistola elettrica non letale che aiuterà migliaia di agenti a fare meglio il loro lavoro.  Per troppo tempo le nostre Forze dell’Ordine sono state abbandonate, è nostro dovere garantire loro i migliori strumenti per poter difendere in modo adeguato il popolo italiano“.

Il ministro la definisce “non letale”, ma sarà vero?. A sollevare dubbi è Amnesty International che, in una nota diffusa lo scorso marzo, ha spiegato come possano violare i diritti umani: “Apparentemente, queste pistole sembrano avere tutti i vantaggi: facili da usare, efficaci e risolutive in situazioni complicate, tanto nei confronti di persone recalcitranti all’arresto quanto di prigionieri in rivolta o di folle aggressive. In più, portano con sé quella definizione rassicurante di ‘armi meno che letali’ o ‘non letali’”.

Gli studi medici a disposizione – continua la nota – sono concordi nel ritenere che l’uso delle Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti dalla Taser, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa. Altro fattore di preoccupazione è la facilità con cui la Taser può rilasciare scariche multiple, che possono danneggiare anche irreversibilmente il cuore o il sistema respiratorio

Pertanto Amnesty invita ad “effettuato uno studio sui rischi per la salute a seguito del suo impiego e andrebbe garantita una formazione specifica e approfondita per gli operatori che ne verranno dotati, in linea con gli standard internazionali e in particolare con i Principi guida delle Nazioni Unite sull’uso delle armi da fuoco da parte degli agenti di polizia“.

 


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