Bufera all’Asl Napoli 2, cure domiciliari a pazienti morti: coinvolti molti “pezzi grossi”


Le accuse sono di truffa, falso e abuso d’ufficio. Pendono sulla testa di una ventina di professionisti tra medici, direttori generali, commissari e dirigenti dell’Asl Napoli 2. Tutti sospettati di aver continuato o concesso il proseguimento delle cure a pazienti in realtà già defunti.

A portare a galla la possibile truffa ai danni della sanità napoletana e degli utenti le indagini condotte dai carabinieri nei confronti di alcuni pazienti assistiti presso la propria abitazione. In particolare a far scattare l’allarme sarebbe stato un caso di omonimia tra due degenti della medesima area metropolitana, con numerose generalità in comune. Allargando così l’inchiesta si è scoperta una vera e propria organizzazione (comunque ancora da incastrare ufficialmente) tesa a intascare illegalmente il denaro derivante dalle prestazioni mediche domiciliari effettuate nei confronti di pazienti, anche laddove questi risultassero ormai deceduti.

Il tutto, ovviamente, è stato reso possibile dalla produzione di documenti falsi, attestanti l’esistenza fisica di persone bisognose di cure mediche. E a dare il benestare per queste pratiche, secondo le prima indiscrezioni filtrate dagli investigatori – e riportate da Il Mattino – sarebbero circa venti i pezzi grossi invischiati in questa vicenda ancora tutta da definire.


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