Il presepe napoletano come la pizza, presto sarà Patrimonio Unesco


Il presepe come la pizza, nel senso che presto potrebbe rientrare a far parte del Patrimonio dell’Unesco. A quasi un anno, infatti, dal riconoscimento ricevuto dalla pietanza più famosa al mondo, la Campania potrebbe vedere aggiornata la sua lista di beni Unesco, salendo al decimo riconoscimento. L’idea arriva direttamente dal Consiglio della Regione Campania che ha approvato all’unanimità una mozione (presentata dal consigliere Carmine De Pascale) che, ora, vedrà impegnata la Giunta nella candidatura dell’arte presepiale napoletana.

Il presepe è figlio di una delle più antiche attività artigianali partenopee, ed ogni anno attira all’ombra del Vesuvio migliaia di turisti pronti, soprattutto nella famosa San Gregorio Armeno, a farsi incantare dalla sua bellezza, dai suoi colori, ma soprattutto dai suoi pastori, sempre più oggetti di collezione. I pastori, quei simpatici e simbolici personaggi che fanno da contorno ad uno dei momenti più significativi della tradizione cristiana: il Natale.

Il presepe napoletano, la cui prima testimonianza risale al 1025 (anche se i primi artigiani vengono fuori solo nel XV secolo), è un vero e proprio simbolo di Napoli, della sua tradizione, della sua cultura, e sembrano non esserci dubbi sulla bontà dell’iniziativa della Regione. Anzi, forse c’è da chiedersi come mai sia arrivata così tardi.


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