Il Cornetto Ischitano DOC di “Zio Rocco”, la colazione di migliaia di napoletani


È di molti l’usanza di fare colazione con il cornetto accompagnato con un cappuccino o un ottimo caffè. C’è un cornetto che è diverso dagli altri ed è il Cornetto Ischitano DOC. Il cornetto ischitano di “Zio Rocco” è composto dall’85% di sfoglia zuccherata con solo miele e dal 15% di pasta brioche al burro e vaniglia a lunga lievitazione.

L’unione tra i due impasti perfettamente bilanciati da al prodotto finale morbidezza, fragranza e un color mogano che lo contraddistingue da tutti gli altri aggiunta ad un’elevata profumazione data dalla qualità delle eccellenti materie prime.

«Il nostro cornetto ischitano – spiega lo chef Rocco Cannavino, in arte “Zio Rocco”- nasce dall’unione di due impasti molto presenti nella colazione italiana: la pasta brioche e la pasta sfoglia, unite e tirate senza dargli pieghe. Per l’impasto brioche, molto idratato, usiamo la manitoba, una farina forte che si usa per i grandi lievitati. Ciò ci consente di avere un alto assorbimento di liquidi che non vengono persi in cottura e quindi una mollica interna più morbida. Invece, la pasta sfoglia nasce dal giusto compromesso di farine forti e deboli per bilanciare la maglia glutinica del prodotto per ottenere una soffice alveolatura interna e una fragrante sfoglia esterna».

Sono ben 10 anni che i prodotti di Rocco Cannavino, allietano le colazioni di migliaia di napoletani. I suoi dolci sono nelle teche dei migliori bar della città. Nel 2008 Rocco Cannavino classe ’84 aprì il suo primo piccolo laboratorio di lievitati. Oggi si è trasformato in un vero e proprio centro produzione, che vanta collaborazioni con nomi blasonati della pasticceria partenopea come Leopoldo Cafè Bar e la Pasticceria Poppella. Rocco Cannavino ha iniziato ad interessarsi al mondo della pasticceria già all’età di 13 anni, trascorrendo i pomeriggi nel laboratorio di una piccola pasticceria. A 16 anni fu accolto dalla brigata dello chef Raimondo Cinque all’hotel Royal Continental di Napoli.

In questo contesto hanno iniziato a prendere forma le sue idee, tanto da tradursi in vere e proprie “chicche dolciarie”, in particolare i lievitati. È passato poi sotto la guida dello chef Lorenzini all’hotel Marinedda Spa in Sardegna per poi entrare nel ristorante Quaglino’s a Londra, il quale si avvaleva della consulenza del famoso chef Gordon Ramsay, e al Bristol Hotel di Parigi, con la brigata dello chef Lauren Jeannin. Forte di tutte queste esperienze, ha espresso il suo desiderio di tornare dove tutto era iniziato, nella sua Napoli. 

 


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