Inceneritori, termovalorizzatori e discariche: il loro impatto sulla nostra salute


Mentre sul trattamento dei rifiuti, soprattutto nella Terra dei Fuochi, il Governo litiga, c’è ancora gente che muore di brutti mali riconducibili proprio al danno che i rifiuti (e il loro cattivo smaltimento) provocano all’ambiente e alle persone. Una questione delicata che spinge prima a chiedersi quale è il legame che c’è tra rifiuti e malattie, per poi trovare la soluzione più adatta per lo smaltimento. A provare a dare una risposta ci hanno pensato Pietro Comba, direttore del reparto di epidemiologia ambientale e sociale dell’Istituto superiore di sanità, e Michele Conversano, direttore dipartimento prevenzione Asl Taranto, intervistati dal Corriere del Mezzogiorno.

Il pericolo numero uno sembrano essere le discariche (ovviamente, anche quelle abusive) nelle quali i rifiuti compattati vengono “conservati”. Con il passare del tempo, i rifiuti decomposti rilasciano un liquido che dovrebbe (non sempre accade) essere raccolto e trattato ad hoc, per evitare che vada ad inquinare le falde acquifere. Dalle discariche si passa poi agli impianti di smaltimento: gli inceneritori. In questi, nel ventennio tra gli anni ’50 e ’70, i materiali eterogenei bruciati rilasciavano grandi quantità di diossina (sostanza altamente tossica) in aree non molto estese. Poi, si è passati ai termovalorizzatori la cui attività, partita negli anni ’90, mira a ridurre la formazione di agenti inquinanti, anche se nella sostanza si differenziano dagli inceneritori per il fatto che l’espulsione di questi inquinanti avviene su aree più vaste.

Ovviamente, fino ad ora abbiamo parlato dei metodi leciti, ma non vanno dimenticati gli atti criminali di interramento dei rifiuti (poi bruciati) che nel corso dei decenni hanno dato vita alla Terra dei Fuochi, zona tra Napoli e Caserta riconosciuta per legge nel 2014 e che include ben 90 comuni. Proprio per la Terra dei Fuochi, nel 2014, l’Istituto superiore di Sanità ha evidenziato un eccesso di mortalità delle persone, colpite da tumori e altre patologie, esposte agli inquinanti rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti o alla combustione incontrollata.

Gli impianti moderni (i termovalorizzatori) presentano un impatto minore sulla salute delle persone anche se, ad esempio in Emilia Romagna, sono decisamente aumentate le nascite premature, con i tutti i rischi che queste comportano. L’Organizzazione mondiale della Sanità dal 2015 insiste sulla necessità di ridurre la produzione di rifiuti, promuovendo il riuso e il riciclo. Ovvio è che, seppur in condizioni di massima efficienza, una minima parte di rifiuti da smaltire sarà sempre presente, ma è preferibile, secondo gli esperti, farlo nei termovalorizzatori, capaci di produrre energia.


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