Allerta meteo, parla l’esperto: “Così scegliamo il colore della criticità”


Quando c’è allerta meteo è giusto chiudere le scuole, soprattutto a Napoli. A sostenerlo è Mauro Biafiore, ingegnere idraulico, che dal 2011 si occupa della gestione delle allerte meteo, presso la Regione Campania, per il rischio idrogeologico e idraulico.

In un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, Biafiore ha spiegato: “Non si può prevedere su quale scuola si abbatterà un nubifragio e in che momento preciso. Eventi come la tromba d’aria sul porto di Salerno di martedì pomeriggio non erano prevedibili. È invece possibile anticipare i rischi connessi a piogge, temporali, vento. Il nostro territorio è un grande malato. Il nostro dovere è avvisare le autorità preposte, in primo luogo i sindaci che, sulla base dei piani di Protezione civile, possono adottare misure specifiche come la chiusura delle scuole. Se si potesse prevedere tutto, la Protezione civile non servirebbe“.

L’ingegner Biafiore, in pratica, si occupa di stabilire il colore dell’allerta meteo, secondo le previsioni dell’Aeronautica militare o del Dipartimento della Protezione civile, ma specifica che le stesse previsioni “non sono mai di carattere strettamente locale. In Campania poi esistono fattori microclimatici che influiscono non poco sui fenomeni atmosferici. Il rischio è funzione anche dei mutamenti climatici e della forte antropizzazione di alcune zone. La valutazione è molto complessa“.

Queste parole fanno comprendere il perché, ad esempio, martedì sia uscito il sole su Napoli, nonostante l’allerta di colore arancione. Nella stessa giornata nella città partenopea è stata disposta la chiusura delle scuole, proprio per evitare di mettere in pericolo delle vite come è accaduto a fine ottobre, quando un 21enne è stato schiacciato da un albero.

La decisione del sindaco de Magistris, però, ha scatenato una serie di polemiche (proprio per la comparsa improvvisa del sole), ma Biafiore, che non si dice “tranquillo pensando alle scuole di Napoli, si schiera a suo favore. “Se il Comune è in difficoltà economiche e non riesce a curare gli alberi, meglio non correre rischi“.

Ma come viene stabilito il colore dell’allerta meteo? “Premetto – dice Biafiore – che il territorio è diviso in 8 zone, all’interno delle quali il rischio è piuttosto omogeneo. Per esempio la Zona 1 comprende Napoli e la piana del Volturno, dove 30 millimetri di pioggia non possono suscitare grandi preoccupazioni. Ma se la stessa quantità di acqua è prevista in Penisola sorrentina, dove il materiale piroclastico è molto abbondante, il livello di rischio è notevolmente superiore“.

L’allerta meteo incide, e non poco, sulle scelte proprio dei comuni, spesso alimentando “falsi allarmi”, ma Biafiore non se ne fa una colpa: “Sono consapevole di poter sbagliare. Ma tutti lavoriamo con la massima scrupolosità. Preferisco il rischio di essere accusato di eccessivo zelo che di sottovalutazione. Sono in ballo vite umane“.


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