Torre Annunziata, apre un asilo nido per i figli dei dipendenti: tra i primi in Italia


Torre Annunziata – Il comune oplontino apre le porte alla modernità con l’inaugurazione di uno spazio di babysitting, all’interno del Tribunale, riservato ai figli degli avvocati.

“Finalmente siamo riusciti ad organizzare uno sportello interamente dedicato alla famiglia, realizzato con le nostre energie e le finanze, modeste e ben impiegate, che ha a disposizione l’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata. Abbiamo creato struttura per tutti, uno strumento importante per le politiche sociali, un centro che in Italia è secondo solo a Firenze, dice soddisfatto Gennaro Torrese, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata.

Si tratta di un piccolo grande passo verso la possibilità di creare spazi ad hoc per i figli dei dipendenti di tutte le strutture lavorative. La speranza è che Torre Annunziata possa essere da esempio per tante altre realtà campane sia pubbliche e private.

All’asilo nido aziendale al servizio degli avvocati si propone di aggregarsi anche un asilo nido comunale, quindi aperto al pubblico. “È un bel segnale, dobbiamo elevare i livelli di civiltà in tutta la regione”, ha annunciato il governatore della campania, Vincenzo De Luca.

L’idea è nuova, solo a Firenze c’è una struttura simile. In generale gli asili nido aziendali in Italia sono ancora molto pochi confrontandosi con gli altri paesi europei. Eppure un modello che ebbe successo fu inventato proprio in Italia da Luisa Spagnoli, fondatrice della Perugina. Nel suo asilo le donne potevano allattare i propri figli durante l’orario di lavoro sapendoli al sicuro a poca distanza da loro.

Ernesto Aghina, presidente del Tribunale di Torre Annunziata spera che un giorno si possa realizzare un vero asilo nido per tutti i dipendenti e i professionisti che lavorano nel Tribunale: “Questa è sicuramente una bella iniziativa proiettata verso il futuro e, da presidente, sono orgoglioso e soddisfatto che un tribunale giovane, ma vecchio nella struttura, sia all’avanguardia sotto aspetti così importanti come quelli familiari. Non è giusto che spesso le professioniste, una volta diventate mamme, siano costrette ad accantonare o limitare il proprio lavoro”.


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