Napoli, azionariato popolare per aprire librerie. Ecco il progetto “Iocisto”


Prima della crisi economica in Italia i dati di vendita e lettura dei libri non erano tra i più confortanti. La crisi ha poi naturalmente peggiorato le cose. Ecco perché molte librerie a Napoli, anche quelle storiche come Guida e Loffredo, hanno chiuso. Ciro Sabatino è un giornalista vomerese, ex editore ed ex proprietario del teatro Il pendolo e il pozzo. Un po’ di tempo fa pensava alla grande perdita subita dal quartiere collinare con la chiusura della Fnac (era «un polmone di cultura», ha detto) e l’apertura di Trony in quegli stessi locali.

Com’è ormai di moda nella nostra epoca, Sabatino in un post su facebook ha espresso la sua amarezza per la chiusura di tante librerie e, a mo’ di provocazione tra serio e faceto, ha scritto «la libreria ce la facciamo noi!». I “mi piace” sono arrivati in massa in poco tempo. L’idea di coalizzare forze (soprattutto economiche) e competenze per realizzare un progetto serio per aprire librerie, è stata virale. L’ideatore del progetto e varie persone si sono incontrati nell’aula consiliare della V Municipalità. C’erano imprenditori, avvocati, notai, editori, librai, ex librai e Mario Coppeto, il presidente della Municipalità. «Il nostro movimento è nato per caso» ha affermato Sabatino. «Chi è coinvolto è gente che ha le potenzialità. Ora dobbiamo trovare la forma della società». Hanno deciso che per portare avanti il progetto almeno per qualche anno bisogna partire da una base di 150.000 euro.

Varie sono le opzioni pensate come forma di società, tra queste anche un azionariato popolare, ossia un «crowdfunding, una sorta di “colletta” che va sommata a un 50% di azionisti oppure trecento persone che mettono a disposizione 500 euro a testa». Dall’incontro già cento persone hanno sottoscritto il proprio impegno rispondendo Iocisto, come il nome del progetto. «Il Vomero – dice infine Sabatino – è il quartiere con il più alto Pil della città e la cultura non può restare fuori. Negli ultimi dieci anni qui hanno chiuso ventidue librerie».


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