Buona sanità, un premio ai medici che hanno salvato Noemi: ma non solo


Buone notizie per la sanità campana. Alcuni medici verranno premiati martedì 23 luglio 2019 alle ore 11.30 presso la sala Nassiriya del Palazzo del Consiglio della Regione Campania.

Il premio Buona Sanità verrà assegnato alle figure che si sono distinte nei rispettivi campi. Il premio viene assegnato in base alle segnalazioni ricevute dagli ospedali e relativi a fatti di cronaca. Il consigliere regionale e membro della commissione Sanità, Francesco Emilio Borrelli, ha così commentato: “Si tratta di un modo per ringraziare chi ha svolto il proprio lavoro in maniera encomiabile. I premiati sono persone che agiscono ogni giorno per svolgere efficacemente i propri doveri. In un’epoca in cui emergono spesso comportamenti contrari alla deontologia è necessario mostrare anche l’altra faccia della medaglia, insignendo coloro che si sono distinti sotto il profilo dell’impegno“.

Verranno premiati:

-Giacomo Carrisini, Pasquale Formisano, Ciriaco Pedicini e Raffaele De Nardo del Psaut di San Bartolomeo in Galdo per aver salvato nel 2017 una donna colpita da un trauma commotivo dopo una caduta dalla bicicletta;

-Dario Formigli, Michelangelo Maffeo e Ciriaco Pedicini dello stesso presidio sopra citato per aver salvato nel 2018 un giovane infartuato;

-Vincenzo Gilardi, vigile del fuoco, e Antonio Raggi, autista soccorittore, per aver salvato una donna nel 2019 che voleva lanciarsi da una finestra dell’Ospedale Santobono;

-La I Unità Operativa Complessa Malattie infettive ad indirizzo neurologico dell’Ospedale Cotugno-Azienda dei Colli per aver curato un’intera famiglia affetta da colera nel 2018;

– Angelol Sorge per aver operato nel 2019 un anziano di 93 anni affetto da ernia inguinaale;

-L’Unità Operativa Complessa di Terapia del Dolore dell’Ospedale Cardarelli per il supporto e le cure ai malati terminali;

-Il personale dell’Ospedale Santobono per essere riuscito a gestire il caso di Noemi nel miglior modo;

-Reparto di Medicina d’Urgenza del CTO per aver permesso ad una malata terminale di sposarsi all’interno del reparto.


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