Napoletani in Brasile e Argentina, ecco come hanno cambiato la cultura locale


Qualche giorno fa vi abbiamo proposto un articolo in cui si parlava della presenza sempre più massiccia di Napoletani in varie città del mondo. In alcune città il numero dei partenopei superava addirittura quello della stessa città di Napoli, come rilevato a San Paolo, in Brasile. Un dato a dir poco incredibile! Ma come mai si sono verificate simili condizioni. Cosa ha reso possibile un’affluenza tanto marcata dei nostri concittadini in città come São Paulo?

Dando un’occhiata sul web si capisce fin da subito che in Brasile, ed in particolare nella città di San Paolo, si trova la maggior concentrazione di immigrati italiani (ed in particolare di calabresi e napoletani) giunti durante la 2° guerra mondiale. Una presenza massiccia che, negli anni, pare aver modificato anche le abitudini culinarie del posto. L’influenza dei sud nei costumi locali e nella cucina brasiliana sembra essere totalizzante. Pasta, pizze, brodi, minestre di legumi e il famoso sugo di pomodori, sembrano essere il frutto proprio dell’arrivo dei partenopei, tanto che oggi si ha l’abitudine di prepararlo allo stesso modo, così come la diffusione di numerose varietà di pane a fermentazione naturale che mostrano l’influenza culinaria portata proprio dagli immigrati Napoletani, senza contare le feste padronali, divenute oramai parte integrante del folklore e della cultura religiosa brasiliana.

DA CASALUCE arriva una delle eredità più cospicue lasciate in tal senso. Il mese di giugno è dedicato a San Vito mentre nei mesi di settembre ed ottobre, nel quartiere di Mooca, si celebra, pensate un po’, proprio la festa di SAN GENNARO, così come vuole la più squisita e genuina tradizione napoletana. Il fenomeno dell’emigrazione ebbe inizio a partire dal 1870. In soli 50 anni in Brasile arrivarono circa 1,5 milioni di immigranti italiani. Solamente a São Paulo furono 965 mila, il 70% del totale della popolazione autoctona. Dal 1880 al 1889 nello stato di São Paulo arrivarono 144.654 italiani. Solamente nel 1888 arrivarono 91.826 immigranti, di questi, 80.749 italiani, soprattutto Napoletani, tanto che oggi la città ospita 6 milioni di italiani e di discendenti italiani.

Così come accaduto in Argentinadove a partire dal diciottesimo secolo, Buenos Aires divenne meta di numerosi concittadini viste le innumerevoli potenzialità economiche del posto. In quegli anni Buenos Aires era un porto fiorente grazie al commercio dell’argento del Potosí, che serviva a finanziare il governo locale, una fortuna che attrasse numerosi italiani del sud. A tal proposito su Wikipedia si legge che: “La componente di origine italiana, insieme a quella spagnola costituisce di fatto l’ossatura principale della società argentina. La cultura del Paese ha inoltre molte connessioni con quella italiana, anche riguardo alla lingua, agli usi e alle tradizioni”.

Insomma, è proprio il caso di dire che il nostro popolo si è fatto strada un po’ in tutto il mondo, influenzando cultura, usi e costumi di città lontane divenute negli anni, piccole e bellissime colonie partenopee.


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