Napoli, presi i ladri della Circumvesuviana che comunicavano in codice


Una maxi retata della polizia ferroviaria per la Campania ha sgominato la banda di ladri della circumvesuviana che aveva seminato il panico tra i passeggeri. Gli otto membri della gang gli otto indagati si erano dedicati al borseggio in danno dei viaggiatori, italiani e stranieri, in arrivo o in partenza dalla stazione della circumvesuviana di piazza Garibaldi.

Gli otto arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati. L’attività d’indagine svolta dalla Polfer ha permesso di accertare come tra di loro i ladri avessero dato vita a un vero e proprio sodalizio criminale, all’interno del quale ognuno rivestiva un ruolo ben preciso.

C’era l’addetto al controllo del  territorio, che si accertava dell’assenza delle forze dell’ordine e comunicava telefonicamente con i complici. Questi a loro volta accerchiavano la vittima, la derubavano del portafogli e immediatamente consegnavano la refurtiva a un altro soggetto che rivestiva la funzione di appoggio.

La loro area di azione era la stazione della Circumvesuviana di piazza Garibaldi che, oltre a garantire quotidianamente una massiccia presenza di turisti e viaggiatori, per la sua conformazione consentiva ai malviventi maggiori vie di fuga. Le “prede” privilegiate, naturalmente, erano i turisti stranieri.

Il modus operandi era il seguente. I ladri seguivano la vittima fino al treno e, mentre saliva a bordo, le sfilavano il portafogli approfittando della calca. Una volta sottratta la refurtiva, se le circostanze lo permettevano, il borseggiatore indietreggiava, restando sul marciapiedi alla partenza del convoglio, oppure proseguiva fino alla fermata successiva dove veniva raggiunto a bordo di uno scooter da un altro complice.

L’attività di indagine condotta dagli agenti della Polfer, anche con intercettazioni telefoniche e con l’ausilio di riprese video, ha permesso di cristallizzare l’attività del gruppo. I ladri della Circumvesuviana avevano sviluppato persino un linguaggio in codice che veniva utilizzato per esprimere concetti importanti in modo immediato.

A titolo esemplificativo: fiorato siginificava aver portato a termine il furto, ovvero aver colto il fiore del proprio lavoro; cartoline erano le carte di credito presenti nei portafogli rubati; fiala è sinonimo di banconota da 100 euro. Gli arrestati usavano termini specifici anche per le forze dell’ordine, coniando anche dei soprannomi per alcuni poliziotti.

Il rapporto tra gli otto arrestati era diventato così saldo da durare anche oltre la realizzazione dei delitti programmati. Tra loro si era sviluppata infatti una sorta di “mutuo soccorso” per cui gli associati impossibilitati a “lavorare”, per motivi di salute o perché detenuti, ricevevano un compenso settimanale per garantire il sostentamento della famiglia.


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