Bufera a Sanremo, preside napoletana si scaglia contro rapper sessista


Clamore all’ennesima potenza per la presenza di un rapper sessista al festival di Sanremo 2020.

Junior Cally, questo il nome dell’artista bersagliato. Tutto parte da una petizione lanciata da Angela Rosauro, preside dell’istituto comprensivo “Donizetti” di Pollena Trocchia.

In pochissimo tempo dall’immissione sul portale www.petizioni.com, ha subito raccolto 700 firme. Questo basta per farci capire quanto questi temi stiano a cuore a tutti noi, soprattutto a chi ha il dovere di istruire i ragazzi e guidarli verso strade giuste.


Secondo quanto riporta La Repubblica, la dirigente sostiene che la scuola non può restare in silenzio di fronte a frasi violente nei confronti delle donne, nella canzoni additate infatti, sono presenti chiari messaggi riferiti allo stupro e alla violenza.

La scuola non può restare zitta davanti a un cantante che inneggia allo stupro, alla tortura, al femminicidio. Non può restare zitta dinanzi alla Rai che lo manda in mondovisione, gli offre la straordinaria vetrina di Sanremo, si rende complice delle sue parole. La scuola non può restare zitta, se non vuole che si cancellino gli insegnamenti contro la violenza, le manifestazioni contro il femminicidio, le panchine rosse, le scarpette rosse…Facciamoci sentire, dunque”.

Queste le parole della Rosauro piene di rabbia e indignazione, proprio queste due caratteristiche infatti hanno toccato gli animi di parecchi dei suoi colleghi docenti.

Non mancano a tal proposito le critiche che le sono state rivolte, ma, lei, crede nella sua battaglia: “Alla scuola spetta il compito di interrogarsi sui significati che una tale esposizione mediatica in Rai può determinare: che cosa lasciamo intendere ai nostri ragazzi, già vittime di tanto “cannibalismo cibernetico”, martellati da erotismo violento? Non può essere sufficiente approvare leggi né partecipare a liturgie con le scarpette rosse; se davvero lavoriamo per ridurre la violenza sulle donne, dobbiamo passare dalla formazione e quindi anche da una questione come questa di Cally a Sanremo. Chi come me ha la responsabilità “istituzionale” della formazione di ragazzi e ragazze in età adolescenziale non può fare finta di niente”.

Ad intervenire sulla vicenda è anche Enrico Mentana che sul suo profilo Facebook condivide un post.

La preside, in quanto donna, ha la voce più forte di tutti gli altri, le sue parole è come se fossero un grido di ribellione.

In tanti tutti i giorni si battono per combattere questa piaga che affligge la nostra società, le donne vittime di violenza, che sia verbale o fisica devono essere tutelate in ogni modo, sempre e comunque.


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