Coronavirus, l’Oms dichiara l’emergenza globale. Cosa bisogna sapere


GINEVRA – Il coronavirus rappresenta ufficialmente una “emergenza globale”. A confermarlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in seguito ad una camera di consiglio di cinque ore tenutasi ieri a Ginevra.

Cosa significa esattamente “emergenza globale” e quali sono le sue conseguenze? Anzitutto, l’adozione di una serie di raccomandazioni temporanee, come la condivisione di informazioni trai vari Paesi al fine di consolidare la cooperazione internazionale e per offrire un’adeguata informazione pubblica. A ciò si aggiungono l’accentuazione delle operazioni di controllo nei luoghi sensibili (aeroporti e porti) e della ricerca scientifica.

La dichiarazione dello stato di emergenza globale non è da considerarsi un evento eccezionale. Come ricorda Gianluca Dotti su Wired.it, infatti, dal 2005, anno della Sars, sono state proclamate ben sei emergenze globali. Nel 2009 per l’influenza suina H1N1, nel 2014 per la poliomielite, nel 2014 e nel 2019 per l’ebola e nel 2015 per la Zika.

Già negli scorsi 22 e 23 gennaio, il consiglio dell’Oms si è riunito per valutare l’eventuale stato di emergenza, senza però proclamarlo. A far cambiare la posizione di alcuni commissari è stato l’aumento del numero dei contagi e dei paesi coinvolti. Nel corso della riunione di ieri, infatti, i casi di infezioni erano 7.818, distribuiti in 19 paesi.

Di questi, ben 7.711 nella sola Cina e 82 negli altri paesi, 75 dei quali viaggiatori provenienti dalla Cina. Al momento, fuori dal paese asiatico non è stato registrato nessun caso grave di contagio da coronavirus, né di decesso. Il consiglio dell’Oms confida nel progresso scientifico e nella cooperazione internazionale, affermando: “è ancora possibile interrompere la diffusione del virus“.

Quali sono le manovre adottate dal nostro paese? Il governo ha sospeso tutti i voli aerei diretti e in arrivo dalla Cina, risultando il primo paese ad aver adottato tale soluzione. L’unico aereo che collegherà i due paesi sarà il volo di Stato con il quale si vorrebbe far rientrare i nostri connazionali (una sessantina) residenti a Wuhan. Il loro rimpatrio dovrebbe verificarsi tra questo weekend e l’inizio della prossima settimana.

Una volta rientrati in Italia, i nostri connazionali saranno sottoposti ad un periodo di quarantena di due settimane, il periodo massimo di incubazione del virus, in una struttura militare nei pressi di Roma.

 


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