Emergenza coronavirus: cosa rischia chi non rispetta i provvedimenti


Le disposizioni per l’emergenza Covid-19 sono sempre più restrittive, soprattutto in Campania. Poco fa, Vincenzo De Luca ha anche deciso uno stop per le consegne di cibo a domicilio, al fine di limitare al massimo i contatti personali. Intanto, in tutta Italia, coloro che non si attengono ai provvedimenti anti-coronavirus del Governo rischiano conseguenze molto serie, e addirittura, in alcuni casi, un processo per omicidio doloso.

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Questo vale, naturalmente, per chi presenta sintomi quali febbre sopra i 37,5° e tosse persistente, ma non rispetta l’obbligo di isolamento domiciliare. Oltre all’imputazione per violazione dei provvedimenti dell’autorità, questi soggetti rischiano un processo per lesioni o tentate lesioni volontarie.

Una situazione ben peggiore si presenterebbe nel caso in cui questi individui infettassero persone anziane o soggetti a rischio, causandone la morte. In questo caso, l’accusa per gli individui infetti dal coronavirus potrebbe trasformarsi in omicidio doloso. Si tratta di un reato sanzionato dall’articolo 575 del codice penale, il quale così recita: “chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno“.

Lo stesso vale per chi ha avuto contatti con persone positive al coronavirus e continua ad avere contatti sociali o a lavorare con altre persone senza prendere precauzioni o avvisarle. Questo tipo di condotta può essere punita a titolo di dolo eventuale (ovvero, si stabilisce che chi commette l’illecito non si sarebbe trattenuto neanche se fosse stato certo del decesso), o quantomeno di colpa cosciente.

Ricordiamo che, in linea generale, chiunque violi i provvedimenti anti-coronavirus in vigore fino al 3 aprile è punibile ai sensi dell’art. 650 del codice penale. Chi si sposta da un comune all’altro in assenza di motivazioni serie rischia l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro. Esibire un’autocertificazione falsa, invece integra il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale: la pena va quindi da uno a sei anni di reclusione.

Fonti:

Il Sole 24 ore

studiocataldi.it

 


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