Coronavirus. Prostitute snobbate dallo Stato: “Costrette a stare in strada per mangiare”

Ce vo' 'a ciorta pure pe ffa' 'a zoccola


L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchia migliaia e migliaia di lavoratori. Tra questi ci sono anche le sex-workers, che ora si trovano senza aiuti dallo Stato.

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Le lavoratrici sessuali stanno affrontando una serie di problematiche. In primis alcune sono costrette comunque a lavorare in questo periodo per poter sfamarsi, e questo avviene in condizioni tutt’altro che ottimali.

In secondo luogo c’è il mancato sostegno del governo che non assicura il sostentamento a queste persone. “Dateci un contributo per una sopravvivenza dignitosa o qua scoppierà una rivolta“, grida Gabriella Iovio, trans napoletana.

La loro unica fonte di sostentamento, al momento, sono solo gli aiuti da parte delle chiese e delle associazioni del territorio che prendono a cuore le situazioni più complicate.

La situazione è quantomai complessa perché non sono classificate come lavoratrici, ma anche critica perché non possono e non devono essere abbandonate al loro destino.

Queste le parole di Pia Covre, storica rappresentante del Comitato per i diritti civili delle prostitute, riportate da Adnkronos: “Non fermatevi a giudicare. Aiutate chi ha più bisogno di voi. Domani insieme alle organizzazioni anti-tratta e ai collettivi di sex worker lanceremo una raccolta fondi sulla piattaforma ‘Produzioni dal basso’ intitolata ‘Covid 19, solidarietà immediata per le sex worker più colpite dall’emergenza.

“Chiediamo pietà per le sex worker costrette a tornare in strada per procurarsi da mangiare. Noi finora abbiamo fronteggiato la situazione, ma abbiamo bisogno di aiuto”.


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