Il numero dei tamponi effettuati non corrisponde a quello delle persone sottoposte: come funziona


Il numero dei tamponi effettuati non è significato di quante persone hanno realmente avuto il tampone. Da ieri la Protezione Civile ha deciso di inserire questo dato nel bollettino giornaliero delle ore 18. In totale sono stati effettuati in Italia più di un milione e mezzo di tamponi, per la precisione 1.579.909.

Un numero che però non è indicativo di 1.579.909 persone sottoposte al test. Infatti il Capo per l’Emergenza Angelo Borrelli ha reso noto che sono 1.052.577 il totale degli italiani sottoposti a tampone. Ben 527.332 in meno del numero totale diffuso dalla Protezione Civile nel bollettino. Il motivo è semplice. Una persona trovata positiva per essere dichiarata guarita deve avere almeno 3 tamponi, ma può farne anche 5.

IL PRIMO TEST – Un primo test viene effettuato sulle persone che hanno sintomatologie affini al coronavirus: febbre alta, difficoltà respiratorie, dolori, perdita di olfatto e gusto. Ma a non tutti il test dà da subito esito positivo. Come reso noto da Brusaferro e Locatelli nel corso delle varie conferenze stampa della Protezione civile, esistono anche i ‘falsi negativi’. Cioè persone che a un primo test risultano negative ma a un secondo sono invece positive. Il caso più eclatante è quello di Julie, una ragazzina di 16 anni francese morta a causa del corovavirus. Sottoposta a ben due tamponi, questi avevano dato esito negativo ma era in realtà positiva. Oppure dell’anziana che è stata la causa della catena di contagi all’Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, prima negativa e poi risultata positiva.

LA GUARIGIONE – Un paziente per essere dichiarato guarito deve sottoporsi a due tamponi che devono dare esito negativo. Ogni persona ha tempi diversi di guarigione e ci sono casi di persone ancora positive dopo due mesi o che dopo un primo test negativo, ne ricevono un secondo positivo e devono quindi fare altri tamponi. Inoltre a Roma e in altre parti d’Italia, pazienti dichiarati guariti (dopo due negativi) sono tornati a essere positivi. Come dichiarato da Rezza dell’Iss:

“C’è incertezza ed è bene ammetterlo, i casi di ritorno dell’infezione sono eccezionali. Non sappiamo se chi resta a lungo positivo è ancora contagioso e quanto”.

MARGINE DI ERRORE – C’è quindi un margine di errore anche sui tamponi. E ne possono servire anche 5 su una stessa persona. La Regione Marche per esempio inserisce entrambi i dati, quello sui tamponi totali effettuati e quello sulle singole persone sottoposte a tampone, nel bollettino giornaliero. Inutile quindi attaccare le Regioni che effettuano meno tamponi, come la Campania (61.331). A vedere per esempio i numeri della Lombardia, il totale delle persone contagiate è di 69.092, di queste 22.110 sono state dichiarate guarite. Al totale dei tamponi effettuati 290.699 va quindi sottratto 68.097 (il primo per dichiarare la positività e i due per la guarigione) per un totale di 222.602 tamponi su singoli cittadini. Ma potrebbero essere molti di meno quelli fatti sulla popolazione. E’ logico quindi che regioni con più casi abbiamo fatto più tamponi anche solo per dichiarare i positivi guariti. Resta quindi primario per arginare il contagio individuare e isolare i positivi piuttosto che il numero di tamponi totale effettuato.

 


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