Sesso in cambio di esami, una studentessa: “Bocciata 3 volte. Voleva venire a casa mia”
Mag 08, 2020 - Andrea Favicchio
Università Federico II
E’ di ieri la notizia di un professore dell’ Università federico II di Napoli sospeso perché chiedeva sesso in cambio di esami.
Oggi Il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato un’intervista ad una ragazza che ha dovuto subire questa terribile e sgradevole abitudine del docente. La ragazza racconta la sua esperienza degli esami con il professore, ben tre bocciature prima di essere promossa e poi umiliata davanti a tutti.
“Seguii il suo corso, il professore è molto competente, è un conoscitore della materia e soprattutto le sue spiegazioni sono sempre molto chiare. Studiavo tanto e quando arrivò il giorno dell’esame, a dicembre di due anni fa, mi sentivo pronta. Prima tappa con il suo assistente, ebbi 28.
Passai poi all’esame del prof, mi fece una domanda su un argomento di cui non avevo trovato traccia nei libri, non seppi rispondere e lui mi bocciò. Ci rimasi male, ma può capitare pensai. Mi rimisi a studiare e mi ripresentai davanti a lui a febbraio.
Stessa trafila: assistente 28, passo con lui: bocciata. A quel punto entrai in crisi. Fui avvicinata per la prima volta dal professore che mi suggerì di andare in dipartimento e approfondire con lui tematiche che mi erano poco chiare. Non ci andai e “pagai” con un’altra bocciatura, la terza. Ero allibita, all’uscita fui avvicinata dall’assistente. Che mi disse di essere umanamente dispiaciuto. Decisi di contattare il professore con una mail”
Dopo che il professore le rispose in modo gentile e disponibile iniziò la trafila delle richieste: “Mi propose simulazioni di esame. Io pensavo in dipartimento, in realtà lui aveva altre idee. Mi disse che non avrei dovuto far parola con nessuno di queste lezioni private, di non scrivergli più sulla mail istituzionale ma nel caso avessi avuto necessità di mandargli wapp. Ebbi il suo numero. E lui il mio.
Mi chiese dove abitassi e se poteva venire da me. Chiese di suggellare un patto: obbedienza, riservatezza e soddisfazione reciproca. Avremmo risolto ogni problema. Rispettandolo avrei superato l’esame. Avevo avuto qualche sospetto sin dall’inizio sulle sue intenzioni, ma continuavo a ripetermi che forse erano soltanto sensazioni. Invece lui voleva venire a casa mia.
Il professore però in modo furbo non ha mai fatto richieste esplicite e per questo dopo aver contattato un avvocato la ragazza non avrebbe avuto prove per incastrare il suo docente. Quando si stava per avvicinare l’esame la ragazza rifiutava di incontrarlo inventando varie scuse e allora a quel punto il professore si arrese scrivendo un messaggio: “Lei è una brava ragazza, ho capito. Cercherò di aiutarla” . “Gli risposi che avrei gradito essere valutata per la preparazione e non perché fossi una brava o cattiva ragazza“.
Arrivato il giorno dell’esame: “Ero molto tesa, ma sapevo di essere inattaccabile dal punto di vista della preparazione. Come sempre primo esame con l’assistente: trenta. Passai davanti a lui, che più di tutte le altre volte aveva un atteggiamento severo. Non mi fece domande, mi disse: 28, le va bene?. Naturalmente feci cenno di sì e stavo per andare. Ma a quel punto, davanti a tutti e a voce alta mi disse che non basta essere preparati, non bisogna confondere la disponibilità con la malafede. Scappai fuori dall’aula, ero mortificata”.
La ragazza conclude dicendo di essere stata in contatto con altre ragazze del corso che hanno subito la stessa trafila: “Ci siamo passate tanti messaggi suoi. Qualcuna c’è stata, mi dicono. Molte altre si sono rifiutate e hanno collezionato bocciature”.
“Oggi ho pensato che il tempo è galantuomo. E chi sbaglia deve pagare“.