Massimo Troisi rivive in un fumetto: vita, morte e miracoli di un vero napoletano


A 26 anni della sua morte, il grande Massimo Troisi rivive in un fumetto che rispecchia tutta la sua ironia e disarmante semplicità. La graphic novel, edita da Beccogiallo, si intitola “Massimo Troisi: vita, morte e miracoli di un santo contemporaneo (ma miracoli pochi, che sò complicati)“, e arriverà nelle librerie il 4 giugno.

La data è di pubblicazione ha un significato abbastanza chiaro. Il 4 giugno del 1994 (esattamente 26 anni fa) il nostro Massimo, sopraffatto dalla malattia, lasciava un vuoto incolmabile nel cuore dei napoletani. La graphic novel è stata realizzata da Tommaso Vitiello, sceneggiatore e dialoghista di Torre del Greco, e Luca Albanese, disegnatore beneventano formatosi alla Scuola internazionale di Comics di Napoli.

Secondo quanto riporta La Repubblica, il libro racconta la vita dell’attore partendo dal suo esordio sul palcoscenico. Troisi vestì i panni di Pulcinella, in una performance che poteva risultare disastrosa, ma che invece lo vide sublimare la sua naturale timidezza: una caratteristica che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica.

Da lì, il fumetto ripercorre l’esperienza di Massimo Troisi all’interno della compagnia di teatro sperimentale RH Negativo, l’amicizia con Lello Arena ed Enzo Decaro, la nascita del trio “La Smorfia”, ma anche anche l’incontro sentimentale e creativo con Anna Pavignano. Fra sketch ben noti e battute inconfondibili, il libro delinea la vita di Massimo fino alla sua dolorosa fine, sopraggiunta subito dopo le riprese de “Il postino”.

Troisi rappresentava per me due figure distinte“, racconta Luca Albanese. “Da un lato, l’attore buffo, sempre presente nelle tivù campane […]. Dall’altro, il romantico, sarcastico, anarchico napoletano. La sua schiettezza disarmante, pungente è la cosa da cui sono più affascinato, l’aspetto che più mi lega alla sua figura a livello umano. Col passare del tempo, mi si è poi palesato uno dei più grandi interpreti italiani“.

Ho rivisto almeno tre volte la produzione televisiva e cinematografica di Troisi“, afferma invece Vitiello. “In tutte le sue opere ci sono temi che si ripetono: la famiglia; gli amici, filo conduttore di molte storie; le donne, tema che spesso sovrasta tutti gli altri.

Ma c’è un tema che spesso funge solo da sottotesto triste: la malattia. Che sia mentale o fisica, tutti i personaggi di Troisi almeno una volta sono costretti a rapportarvisi. Perché è così importante? È questa la domanda che poi mi ha permesso di scrivere tutto quello che mancava”


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