Napoli, residenti di Chiaia contro tavolini all’esterno: “Creano solo caos”


Napoli– Scatta un nuovo atto della guerra alla concessione comunale di allargare lo spazio esterno dei locali notturni con un maggior numero di tavolini. Alcuni residenti di Chiaia, attraverso la pagina Facebook Comitato Chiaia Viva e Vivibile, ha denunciato l’illegittimità del caso rivolgendosi nuovamente al TAR.

Durante il mese di giugno è stata una vera lotta quella tra il Comune di Napoli ed il TAR, per istituire questa concessione che si era posta come obiettivo la ripresa economica dei locali e quindi della città. A questa delibera però si erano opposti alcuni cittadini di Chiaia, che avevano definito questo progetto come caotico e non conforme alle norme restrittive anti Coronavirus.

Il TAR ha accolto, in prima battuta, la richiesta di tali cittadini e ha sospeso la delibera di de Magistris. Dal canto suo, il primo cittadino, durante la giornata del 22 giugno, aveva approvato ugualmente l’iniziativa in giunta comunale. Proprio su questo punto però si basa la denuncia della pagina facebook Comitato Chiaia Viva e Vivibile che avrebbe voluto l’approvazione di tutto il Consiglio comunale.

Inoltre il Comitato si oppone alla delibera dei tavolini per tutelare i pedoni, e soprattutto i disabili. In questo modo infatti hanno difficoltà nello stare in strada a causa della folta presenza di tavolini. Infine lamenta anche l’assenza dei controlli ASL previsti in questi casi.

Queste le parole in un post del Comitato: “Teniamo a precisare che non si tratta di un nuovo ricorso ma di una nota per motivi aggiunti alla luce della delibera di Consiglio Comunale 2/2020 in vista della seduta camerale del TAR del prossimo 7 luglio per il merito del ricorso già presentato. I tavolini che i gestori hanno potuto esporre in grande quantità durante le prime settimane di giugno, hanno creato ancora più caos. Senza rispettare assolutamente il distanziamento sociale.

Oltre a impedire l’uso dei camminamenti dedicati ai pedoni tutelati dal codice della strada, che resta ancora una Legge nazionale. Le spese sostenute dai gestori sono state a nostro avviso una scelta imprenditoriale che non può certo dare il diritto di andare contro le regole!”


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