Covid, Zangrillo: “Ne ho le palle piene. Gli italiani devono sapere la verità: uscite”


Un intervento molto acceso quello di Andrea Zangrillo, primario dell’ospedale San Raffaele di Milano. Intervenuto a Focus In Onda su La7, si è lamentato della situazione, a sua dire, di eccessivi prudenza e allarmismo in Italia circa la situazione coronavirus. Secondo Zangrillo, oggi, non ci sarebbe sostanzialmente alcun motivo di preoccupazione. Queste le sue parole:

“Vi spiego, non faccio parte del Comitato Tecnico Scientifico, ma mi aspetto che il Comitato Tecnico Scientifico dica agli italiani la verità: uscite tranquillamente, riprendete a vivere, andate al ristorante, andate in banca, andate in vacanza. Se entrate in un locale chiuso mettete la mascherina, ma continuate a vivere più di prima. Perché altrimenti la società non parte e Conte tra due anni, se c’è ancora, dovrà chiederne 800 di miliardi”.

Ed inoltre: “Io sono uno che dall’inizio cerca di dire quello che osserva e inizio ad averne le palle piene. È assolutamente evidente quello che accade: se oggi in Lombardia abbiamo un morto dichiarato per Covid, vuol dire che non sta succedendo nulla. Punto. Poi possiamo costruire tutte le favole che volete. Questa è la realtà italiana oggi”.

Si tratta di dichiarazioni certamente forti ed in netta opposizione al clima generale attuale, che protende verso una maggiore prudenza. La posizione di Zangrillo è nota comunque da molto tempo: già quasi due mesi fa aveva affermato che “il nuovo coronavirus clinicamente non esiste più”, ma diversi sono stati i suoi interventi e sempre sullo stesso tono.

A febbraio il professor Zangrillo aveva affermato che il sistema sanitario fosse pronto ad accogliere una eventuale epidemia. Ad Avvenire dichiarò: “Io non credo affatto che questo accadrà. Ma anche di fronte a numeri importanti, sarebbe sufficiente il concorso delle infettivologie e delle pneumologie per prevenire un ricorso eccessivo alle terapie intensive”. Una cantonata in piena regola, ed il senno di poi c’entra ben poco perché pure allora era una voce fuori dal coro, in contrasto con i colleghi medici che invece lanciavano l’allarme. Andrea Zangrillo diceva: Presto ci dimenticheremo del coronavirus. E presto fronteggeremo un nuova infezione. Dobbiamo poter convivere con una realtà ambientale globalizzata. Nel bene e nel male. Dico solo che dobbiamo essere preparati. Per il resto mi schiero con la Milano che freme per ripartire. Con prudenza sì, ma deve ripartire! Lanciando un messaggio al Paese. Ecco, in questo sto con il sindaco Giuseppe Sala. Con Sala e con tutti coloro che pensano che Milano ferma è più pericolosa del coronavirus.


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