Coronavirus, se aumentano i casi la Campania ha già un piano B: che cosa prevede


Nelle ultime settimane sono aumentati i contagi in tutta la Campania che però, a differenza di febbraio e marzo, adesso possiede un piano di potenziamento in vista di una eventuale nuova emergenza Covid. Il piano è stato approvato il 17 giugno e prevede tre fasi. L’allerta scatta quando il 90% dei posti risulta occupato, fattore che provoca il passaggio dalla fase A alla fase B, la quale rappresenta la media intensità epidemica. Stesso procedimento per il passaggio alla fase C, quella più critica.

In questo momento al Cotugno siamo ancora nella prima fase, con la seconda che scatterebbe qualora tutti gli ospedali di Napoli e provincia si riempissero: a quel punto verrebbero raddoppiati i posti a disposizione per il Covid. Attualmente, come abbiamo detto, 16 posti letto sono riservati alla degenza ordinaria, 8 alla terapia sub intensiva e altri 8 alla rianimazione. Un totale di 32 sui 60 totali ad alto isolamento. In piena emergenza, inoltre, tutti i 250 posti letto in degenza del Cotugno furono riservati ai ricoveri da coronavirus, lo stesso scenario che si ripeterebbe in caso di ritorno alla fase C.

La fase A prevede 92 posti complessivi a Napoli tra Cotugno, Cardarelli, Napoli est e Federico II; 40 a Caserta (Maddaloni), 36 a Benevento (Moscati e San Pio), 33 a Scafati (Salerno). Con la fase B a Napoli raddoppiano i posti al Cotugno a cui si aggiungono i 29 della Federico II, 70 al Loreto Mare, 12 al Primo Policlinico e 38 a Boscotrecase. Stesso discorso per le altre province, in modo che complessivamente si arrivi in tutta la Campania a 550 posti disponibili, i quali divengono quasi mille nella fase C. A questi si dovrebbero aggiungere i modulari di Salerno e Caserta con 834 posti in terapia intensiva e 406 subintensiva complessivi in tutta la regione.

La Regione Campania aveva infatti comunicato che “Per quanto attiene il potenziamento dei posti letto di terapia Intensiva è stato programmato un incremento di posti letto che determina a livello regionale un totale pari a 834 unità, rispetto ai 621 posti letto già programmati, con una dotazione omogenea sul territorio regionale pari a 0,14 per mille abitanti, secondo decreto. La dotazione complessiva ricomprende le strutture modulari esistenti, con i 120 posti letto già realizzati”.


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