Campania, l’ultima ordinanza suscita l’ira della futura sposa: “Ho rinviato due volte e pagato tutti. Adesso De Luca mi risarcisca”


Il Coronavirus continua a penalizzare il settore wedding in Campania. L’ultima ordinanza emanata dal Governatore, infatti, impone limiti stringenti che hanno impedito la buona riuscita delle cerimonie già in programma. Ne è un esempio la storia di Luisa Casillo, riportata dalla giornalista Tiziana Cozzi de La Repubblica.

Luisa, 30enne di San Giuseppe Vesuviano, avrebbe dovuto sposarsi lo scorso giugno ma, causa Covid, ha dovuto rimandare il tutto ad ottobre. Adesso, a pochi giorni dal matrimonio, si ritrova nuovamente al punto di partenza.

“Dovevo sposarmi a giugno ed era tutto pronto. Due settimane prima ho rimandato il matrimonio a ottobre, chiamando uno per uno i miei 150 invitati. Ora, a 5 giorni dalla data fissata mi ritrovo nelle stesse condizioni. Devo rinviare per la seconda volta. Non ne ho il coraggio, sono scioccata così come il mio ragazzo. Non riesco a rispondere nemmeno alle svariate telefonate che ricevo” – racconta.

“Un momento di gioia trasformato in un incubo. Due giorni fa ho ritirato l’abito, ho lasciato caparre consistenti praticamente a tutti: dal ristorante a Massa Lubrense al fioraio fino alle bomboniere. Ho pagato i fornitori e li ho bloccati, adesso chi mi risarcirà? Ho 30 kg di confetti pronti. Magari li spedisco a De Luca con la richiesta di risarcimento.”

Sulla possibilità di indire una nuova data per coronare il suo sogno d’amore, ha detto: “No, sto pensando di rinunciare del tutto. Il matrimonio si può annullare un mese prima ma non 5 giorni prima senza accollarsi le spese.”

Il settore del wedding in Campania, dunque, sta continuando a perdere colpi anche adesso che il lockdown è finito. A farne le spese non sono soltanto promessi sposi e famiglie con cerimonie imminenti ma soprattutto la filiera economica alla base di tali ricevimenti.

“Il giro d’affari di un settore che si aggira intorno al miliardo messo in ginocchio per una decisione scellerata. Non è stata una mossa da buon padre di famiglia. Perché non ha bloccato tutto prima, comprese le elezioni? Ho 40 dipendenti in cassa integrazione, non riuscirò ad andare avanti così” – ha commentato Gianni Molaro, stilista.

“Si poteva ragionare, concordare cerimonie senza buffet o assembramenti, invece siamo solo burattini nelle mani di chi ci bastona” – continua.

Sulla stessa scia, Carlo Cavallo del gruppo Pronovias Nicole: “La decisione di De Luca ha un effetto disastroso sul nostro lavoro. Le spose aspetteranno altri sei mesi ma noi saremo morti definitivamente. Non regge aprire gli stadi a mille persone e chiudere alle cerimonie con 150 persone. Anche la fiera ‘Tutto Sposi’ è stata rinviata, altro danno per noi.”


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