Covid, tamponi molecolari e test sierologici: le differenze da sapere


Differenze tra tampone e test sierologico. Il covid è entrato a far parte delle nostre vite ormai quasi da un anno a questa parte. Stiamo imparando a conviverci, stiamo capendo come affrontarlo e quali sono le modalità di indagine per scoprire una eventuale positività.

Covid, bollettino nazionale 13 ottobre

Con l’avanzare del tempo e la pratica è aumentata anche la velocità dei test, fondamentali per spegnere il più rapidamente possibile eventuali focolai. Al più comune tampone – sia salivare che nasofaringeo – si è aggiunto con il tempo anche il test sierologico. Ma che differenza c’è tra i vari test?

TAMPONE

Il tampone – che sia salivare o nasofaringeo – appartiene a quella serie di indagini diagnostiche noti anche con il nome di “test molecolari” e secondo quanto riporta la circolare del Ministero della Salute è il test raccomandato per eccellenza.

Secondo l’OMS, sebbene l’impiego di kit diagnostici di più semplice esecuzione sia auspicabile, gli approcci diagnostici tecnicamente più vantaggiosi e attendibili per una diagnosi d’infezione rimangono quelli basati sul rilevamento del virus in secrezioni respiratorie attraverso metodi di RT-PCR per amplificazione di geni virali“.

Bisogna fare poi una differenza tra il tampone nasofaringeo (quello infilato nel naso, per intenderci) e quello salivare. Quest’ultimo è meno invasivo rispetto al primo e può essere effettuato su tutte le persone. Soprattutto, il verdetto è molto più rapido. Il tampone nasofaringeo invece è sconsigliato a persone con problemi al naso (ad esempio setto nasale deviato) e chi ha altre patologie.

TEST SIEROLOGICO

I test sierologici, quelli pungi dito in poche parole, sono molto più rapidi a differenza dei tamponi – ma non possono assolutamente sostituirli. A differenza di quelli molecolari, con i sierologici si va alla ricerca della presenza degli anticorpi diretti contro Sars-Cov-2. L’eventuale loro presenza significa essere stati in contatto con il virus.

Particolarmente indicati per conoscere la diffusione del virus nella popolazione, sono poco utili per stabilire se c’è un’infezione in atto. Secondo sempre quanto riporta la circolare sopra indicata “l’assenza di rilevamento di anticorpi non può escludere completamente la presenza di un’infezione in atto in fase precoce o asintomatica e il relativo rischio di contagiosità dell’individuo“.

Un test sierologico negativo può avere vari significati: il soggetto non è stato infettato, oppure è stato infettato di recente (8-10 giorni), oppure è stato infettato ma i livelli di anticorpi sono al di sotto della soglia minima necessaria affinché il test possa rilevarli“.


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