Protesta a Napoli, l’economia campana è morta: i commercianti organizzano un corteo funebre


Ancora una protesta ha animato la città di Napoli, stavolta intenta a celebrare un vero e proprio “funerale” dell’economia campana. Gli organizzatori hanno postato sul proprio profilo vari video. Presenti anche i membri dell’associazione “Stamm Cca”.

Hanno scelto il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, per scendere in strada ed accompagnare un carro funebre con una bara insolita. Al suo interno nessun essere umano ma sogni, speranze e sacrifici andati al vento con l’emanazione degli ultimi Dpcm. Dunque a morire è l’economia campana e con sé il benessere di migliaia di cittadini presenti al corteo e non.

Tra le mani sorreggono uno striscione con su scritto: “O ci ascoltate o rischiate le quattro giornate”. Sono partiti dalla rotonda Diaz e, attraversando tutto il lungomare, sono giunti sotto la sede della Regione Campania, Palazzo Santa Lucia. Una musica triste ha accompagnato il “funerale” dell’economia campana.

Non solo lavoratori e imprenditori, anche mamme e studenti hanno partecipato alla protesta. Tra loro bambini con al collo cartelli con su scritto: “Bevo latte al plutonio” e “Sono un OGM”, in risposta alla bufera scatenata dal Presidente De Luca durante la sua ultima diretta.

L’associazione “Stamm Cca”,nei giorni precedenti, aveva reso noto il suo consenso: “Vogliamo rivendicare i ritardi, le mancate detrazioni fiscali, la cassa integrazione dei dipendenti ma soprattutto per tentare di ‘vedere la luce in fondo al tunnel'”.

Una protesta pacifica, del tutto lontana da quella ripresa da media e Tv nazionali le scorse settimane, fatta di persone che, consapevoli della critica situazione sanitaria, rivendicano soltanto il proprio diritto al lavoro. La pandemia va arginata ma i lavoratori vanno tutelati.


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