Cotugno, direttore: “Se avessimo fatto prima la zona rossa avremmo avuto parecchi morti in meno”


Elio Manzillo, medico infettivologo e direttore VIII divisione del Cotugno, ha posto l’attenzione sulle criticità del comparto sanitario. Lo ha fatto nel corso della trasmissione televisiva “Agorà”.

Innanzitutto, ha lamentato lo stato di abbandono in cui versano i pazienti che, presi dalla paura e da sintomatologie importanti, si recano al pronto soccorso: “La situazione non è cambiata. Nel corso della giornata si creano file di auto fuori all’ingresso. Si tratta soprattutto di pazienti sintomatici che non hanno ricevuto risposte dal territorio. Allora un po’ per disperazione un po’ per la sintomatologia che avanza vengono qui.”

“Vengono assistiti in tutti i modi possibili. I colleghi stanno facendo davvero un lavoro eroico. In macchina ci si rimane per ore, ci trascorrono tutta la notte. A qualcuno è stata anche fornita una coperta per proteggersi dal freddo.”

Ancora controversa la capacità di accoglienza degli ospedali. Su questo punto, Elio Manzillo illustra la situazione attuale del Cotugno: “Il problema è che l’ospedale è saturo e noi in questi casi dobbiamo per forza attivare il territorio per trasferire i pazienti altrove. Abbiamo 27 intubati, 111 in degenza ordinaria e 18 in pronto soccorso in attesa di essere smistati.”

Sulla carenza di medici specializzati, infermieri e operatori sanitari: “Il personale già prima era poco, ora lo è ancor di più. Purtroppo gli infermieri, essendo quelli più esposti al contagio, si infettano facilmente. Siamo anche stanchi perché stiamo facendo questo ormai da settembre. Più che eroi adesso siamo martiri.”

Secondo il direttore bisognava agire diversamente: “Se avessimo fatto prima la zona rossa avremmo avuto parecchi infetti e morti in meno. Vorrei fare una domanda a chi ha preso questa decisione. Se non ci fosse stato il Natale tra un mese avrebbero adottato tale misura solo per 15 giorni? Io penso proprio di no.

“Stiamo cercando di salvare la festività ma come lo passeremo quest’anno il Natale? Cosa succederà quando finirà la zona rossa? Ricominceremo a contare infetti, morti e file di auto fuori al pronto soccorso. Io proprio non riesco a spiegarmelo.”


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