Covid, in arrivo nuovi test: diranno chi sono i pazienti che rischiano di aggravarsi


Da un nuovo studio sul Covid-19 sono emersi dei nuovi test per verificare chi tra i pazienti positivi ha il più alto rischio di aggravarsi. Si tratta di una scoperta importante che potrà aiutare il sistema sanitario a prendersi cura dei pazienti affetti da coronavirus in maniera più mirata e precisa.

Lo studio è stato pubblicato da Nature Immunology e si fonda sulla proteina Ptx3, quella che secondo i medici è un’antenata degli anticorpi. L’elevata presenza di questa proteina indica che nel paziente non c’è stata una risposta immunitaria sufficiente. Sono quindi questi i pazienti a più alto rischio di un aggravamento delle condizioni di salute.

Inoltre la Ptx3 segnala anche il livello di infiammazione nei polmoni e nell’endotelio intorno ai coaguli di sangue che si sviluppano proprio tra i soggetti positivi.

Insomma si tratta di nuovi test importanti per il covid. Potranno essere utilizzati sui pazienti proprio per capire la gravità della situazione. Spesso i medici hanno dovuto fare anche delle scelte tra un paziente ed un altro, per decidere chi curare. In questo modo la scelta potrebbe essere indirizzata proprio da una componente scientifica.

Le parole dello studio di Nature Immunology:

La PTX3 è una componente essenziale dell’immunità umorale innata. Coinvolta nella resistenza a patogeni selezionati e nella regolazione dell’infiammazione. Il presente studio è stato progettato per valutare la presenza e il significato di PTX3 nella malattia da Coronavirus 2019. L’analisi del sequenziamento dell’RNA di cellule mononucleate del sangue periferico. L’analisi bioinformatica di una singola cellula. L’immunoistochimica dei campioni di autopsia polmonare hanno rivelato un dato. Le cellule mielomonocitiche e le cellule endoteliali esprimono alti livelli di PTX3 nei pazienti con COVID-19.

Concentrazioni plasmatiche aumentate di PTX3 sono state rilevate in 96 pazienti con COVID-19. PTX3 è emerso come un forte predittore indipendente di mortalità. A 28 giorni nell’analisi multivariata. Il significato prognostico dell’abbondanza di PTX3 per la mortalità è stato confermato. Dato che è emerso in una seconda coorte indipendente di 54 pazienti. Pertanto, le cellule mielomonocitiche circolanti e polmonari e le cellule endoteliali sono una delle principali fonti di PTX3. E la concentrazione plasmatica di PTX3 può servire come un forte indicatore prognostico indipendente di mortalità a breve termine in COVID-19.”


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