Commercianti abbandandonati a Napoli: “Nessun ristoro. Perdita di fatturato del 65%”


Napoli– Proseguono le proteste da parte dei commercianti che a causa delle restrizioni poste dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, passeranno un fine anno all’insegna dell’incertezza. Se la Campania per volere del governo è diventata zona gialla, con un’ordinanza tardiva De Luca ha imposto la chiusura di bar e ristoranti. L’economia è stata polverizzata dalla seconda ondata e un possibile ristoro non risanerebbe neanche in minima parte le perdite.

Stando alle parole del Direttore generale di Confcommercio infatti la situazione è a dir poco drammatica. Si segnala una perdita del fatturato del 65%. A tal proposito è scattata la protesta di ieri sul Lungomare di Napoli di alcuni ristoratori contro il governatore. Le varie attività si erano già organizzate per la riapertura e le nuove restrizioni volute da De Luca avranno conseguenze importanti.

Quella che doveva essere la riapertura nei giorni natalizi poteva dare una boccata di ossigeno alla ristorazione e non solo. Ma proprio Vincenzo De Luca, che aveva informato i lavoratori che sarebbero rimasti in zona gialla, ha poi optato per una strada diversa.

La protesta dei commercianti sulle nuove restrizioni

Queste le parole di Pasquale Russo, Direttore generale di Confcommercio Campania su Radio Crc: “Abbiamo registrato una perdita di fatturato del 65%. La situazione è drammatica. Da parte del Presidente De Luca ancora nessun ristoro, si parla di un rimborso.

La protesta dei ristoratori scoppiata ieri è stata causata dalla delusione dei lavoratori. Anche dalla mancanza di preavviso. De Luca ha messo in ulteriori difficoltà tutte le attivitá. Queste si erano organizzate per aprire. Una mancanza di rispetto per lavoratori e imprenditori.

Il Presidente della regione ha informato i lavoratori tramite media che sarebbero rimasti in zona arancione. Quattro giorni di apertura non avrebbero cambiato le sorti della ristorazione. Chiusa da 130 giorni in tutto. Ma almeno potevano dare una boccata di ossigeno a chi ancora non ha ricevuto la cassa integrazione.

Le modalità dell’ordinanza sono state discutibili. I lavoratori sono delusi. Se le istituzioni non comprendono la gravità della situazione, scoppia il disagio sociale. Il commercio, turismo e ristorazione sono i settori più colpiti dalla seconda ondata.

Siamo stati critici nella prima misura adottata dalla Regione alla vigilia del primo lockdown di dare 2000 euro alle imprese che fatturavano 100mila euro l’anno. Ieri, invece, la regione non ha parlato nemmeno di ristori. Ma rivolgendosi alle camere di commercio ha chiesto la possibilità di dare un rimborso equivalente agli acquisti fatti il giorno precedente all’ipotetica apertura di domenica.”


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