Il covid spinge i minorenni al suicidio, primario Santobono: “Una ragazza ha tentato di defenestrarsi”


Il dott. Luigi Martemucci, direttore della Uoc Pediatria 2 del Santobono di Napoli, ha chiarito il decorso della malattia da covid nei bambini e lanciato l’allarme sul loro stato d’animo. Anche i più piccoli, infatti, hanno incassato il duro colpo della pandemia, interrompendo le loro attività quotidiane.

Dott. Martemucci del Santobono: il covid nei bambini

Innanzitutto il dottore, sentito dall’Agenzia Dire, smorza i timori legati all’insorgenza di una sindrome post-covid che ha visto diversi bambini ricorrere al ricovero. A tal proposito ha chiarito: “Quello che abbiamo riscontrato sono alcuni casi di patologie legate ad una sindrome infiammatoria multi-sistemica che si manifesta a distanza di uno o due mesi dall’infezione da Covid. Si tratta di un evento abbastanza raro ma che ha determinato un particolare allarme. Voglio precisare che si tratta di una sintomatologia che decorre abbastanza bene e non da’ assolutamente grossi problemi.”

Una condizione che, inizialmente, sarebbe stata confusa con la sindrome di Kawasaki: “Abbiamo capito che si trattava, in realtà, di quella che noi definiamo Mis-c, sindrome infiammatoria multisistemica post Covid. Abbiamo dovuto avvertire dell’esistenza della sindrome che, presa in tempo e trattata secondo i protocolli già esistenti e ben precisi, non ci ha dato grossi problemi”.

Eppure, continuano a moltiplicarsi i casi di positività riscontrati nei bambini. Ciò soprattutto con la riapertura delle scuole nelle quali sono già stati registrati diversi contagi. Ma anche qui, in base all’esperienza vissuta in corsia, il dott. Martemucci non sembra mostrarsi preoccupato: “Con la seconda ondata il numero di bambini positivi è cresciuto, ma pochi di loro hanno avuto bisogno di ricorrere a terapie intensive. La maggior parte è stata curata e seguita veramente bene a domicilio dai pediatri di famiglia.”

Di qui il suo appoggio alla riapertura delle scuole, la cui chiusura avrebbe causato non pochi danni a bambini e ragazzi: “La pandemia ha fatto mancare la scuola, non solo un mondo di apprendimento ma anche di crescita dal punto di vista sociale, psicologico e di autostima del bambino. L’assenza di tutto questo per molto tempo sta creando problemi soprattutto in età pediatrica e adolescenziale, mancando la comunicazione e il contatto.”

“A questo si è aggiunta la Dad che da un lato ha aiutato molto ma ha anche tenuto i bambini cinque ore davanti al computer, a cui magari se ne aggiungevano altre due di gioco. Io credo che la scuola si possa ritenere un posto sicuro perché insegnanti e presidi hanno fatto un buon lavoro.”

Proprio questa condizione surreale avrebbe spinto bambini e ragazzi verso un malessere generale: “Con la pandemia sono aumentati i suicidi. Anche noi, così come altri ospedali, non siamo stati esenti dal vivere situazioni difficili con alcuni adolescenti”.

“Ultimamente abbiamo affrontato l’esperienza di una adolescente che ha fatto un gesto sconsiderato di defenestrarsi. Tutte le mattine sono stato da lei, una ragazzina con un sorriso tale da farci chiedere come sia stato possibile che facesse un gesto del genere. Probabilmente c’era qualcosa di base, ma la pandemia, l’isolamento, la circostanza di non poter parlare con un’amica, hanno fatto il resto. Adesso sta già meglio, speriamo che superi questo momento.”

Quanto alla campagna vaccinale, ha dichiarato: “Da questa pandemia usciremo facendo il vaccino. Invito tutti a farlo, provo a convincere tutti quelli che me lo chiedono a farlo. Io oggi ho avuto la seconda dose. In Campania sul fronte delle vaccinazioni è stato fatto un buon lavoro. Senza lo stop alla distribuzione si sarebbe continuato su quella strada.”

Una risorsa talmente importante per il periodo storico del momento che lo spingerebbe a dare il proprio contributo: “Se avessimo la possibilità di avere tanti vaccini disponibili io sarei il primo ad andare a farli gratuitamente, anche un giorno a settimana, alla popolazione. E come me sono sicuro tanti altri medici perché la nostra professione è questa: mettersi al servizio degli altri. Io sarei il primo a farlo in caso di necessità, mi piacerebbe”.


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