Vigili percossi a Pozzuoli


Non presenteremo l’accaduto come il solito caso di resistenza e offese a pubblici ufficiali, anche se per molti potrebbe essere lo stesso.

La scorsa notte verso le 22.00 in via Napoli a Pozzuoli due agenti della Polizia municipale sono stati aggrediti verbalmente e percossi da un 42enne del Rione Traiano, un violento e criminale padre di famiglia.

L’evento ha avuto origine dal sequestro da parte dei vigili dello scooter del figlio 18enne, trovato privo di assicurazione. In seguito all’intervento di pubblica sicurezza il giovane si è abbandonato a barbarici atteggiamenti, ai quali sono seguiti una telefonata al familiare e l’intervento cavernicolo e primordiale di quest’ultimo. La poliziotta ha subito un pugno in pieno volto, il quale la renderà inabile al lavoro per 7 giorni. Al collega non è andato meglio, uno schiaffo ben impostato e un forte calcio allo stomaco; tre giorni riabilitativi a letto.

Attualmente l’uomo è irreperibile, mentre polizia e carabinieri collaborano all’arresto.

Troppi casi di cronaca violenta negli ultimi giorni. Questi sono casi isolati e coincidenze o singoli fenomeni di una generale emergenza sociale? La città è diventata cinica e violenta, per quanto da una parte essa resiste e si riproduca con innumerevoli manifestazioni di militanza civile e alta cultura. La città sembrerebbe essere abbandonata a se stessa, vittima di una plebeizzazione epidemica e di una politica plebiscitaria, paternalistica e clientelare. Le realtà produttive, ricreative, quelle più svantaggiate e invisibili reclamano punti di riferimento ed ispirazione saldi, non effimeri. La violenza sembra seguire all’esclusione sociale e all’esasperazione cronicizzata, elementi che ritrovano nella delegittimazione dell’autorità e del potere costituito terreno fertile.

Napoli, con i suoi pro e i suoi contro, è sicuramente la smorfia più evidente di un paese malato e in profonda crisi politica, sociale ed economica. Forse solo Napoli fornirà le soluzioni, in quanto più ricca di storia, di solidarietà e cultura, ma ciò non esclude un piano di sistema, che integri politiche regionali e nazionali.


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