Zona arancione, ristoratori scrivono a De Luca: “Facci aprire a pranzo”


La Fipe-Confcommercio Campania ha indirizzato una lettera al Presidente De Luca per sollevare l’attenzione sulle criticità che il mondo della ristorazione si ritrova ad affrontare. A rendere noto il testo della lettera è La Repubblica.

Fipe-Confcommercio Campania scrive a De Luca

Le richieste dei ristoratori campani si basano su due interventi: aprire a pranzo, fino alle 18:00, in zona arancione e aprire anche a cena in caso di slittamento in fascia gialla. Ciò, ovviamente, nel rispetto delle norme anti-covid, attuando rigidi protocolli per evitare un’eventuale diffusione del contagio.

Il passaggio della Campania in zona gialla aveva fatto tirare un sospiro di sollievo per il mondo della ristorazione. L’incremento dei contagi, tuttavia, ha causato uno slittamento della Regione in fascia arancione, con la conseguente chiusura dei locali.

Un’ulteriore batosta per gli imprenditori, già reduci da un anno trascorso all’insegna di continue chiusure: “Questa situazione è insostenibile, moralmente, psicologicamente e soprattutto economicamente per le imprese reduci da un anno di restrizioni e limitazioni delle attività, molte delle quali si sono indebitate fino al collo”.

“Sta crescendo la consapevolezza che è più facile far rispettare le misure di distanziamento e di sicurezza sanitaria all’interno di un locale, piuttosto che nelle piazze e nelle strade dove le persone finiscono per assembrarsi senza alcuna precauzione”.

Ulteriori criticità si legano alla mancanza di preavviso, costringendo i locali ad abbassare le serrande da un giorno all’altro: “Portiamo avanti la battaglia a difesa della dignità di centinaia di migliaia di imprese che non possono essere aperte o chiuse con un’ordinanza pubblicata nella notte e valida dalla mattina successiva”.

La riapertura, così come richiesto da Fipe-Confcommercio, deve adeguarsi ad elevati standard di sicurezza. Oltre al rispetto dei protocolli sanitari e al rafforzamento dei controlli si richiede: “Visto che i contagi si stanno diffondendo a macchia di leopardo sul territorio, con piccoli focolai e città pressoché immuni, chiediamo che le aperture possano essere regolate su base locale di modo che le misure restrittive siano efficaci e selettive”.


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