Covid, scoperta anche la variante di New York: potrebbe indebolire i vaccini


Una nuova forma di coronavirus si sta rapidamente diffondendo nella città di New York. Secondo degli studi scientifici della Columbia University e della Caltech, questa nuova variante potrebbe ridurre l’efficacia del vaccino. A riportare la notizia è il New York Times.

La nuova variazione, chiamata B.1.526, è stata identificata la prima volta in campioni raccolti a novembre a New York. Mentre, ad oggi, rappresenta circa il 12% dei casi rilevati in città. Infatti, la diffusione è sempre più veloce e, di questo passo, entro marzo potrebbe diventare la forma prevalente di coronavirus negli Stati Uniti.

I ricercatori hanno cercato di analizzare le sequenze genetiche del virus, prendendone una piccola parte dagli infetti. Ed hanno notato che c’è una sequenza ricorrente, ovvero la mutazione E484K, già presente anche nelle rispettive varianti sudafricana e brasiliana.

Importanti studi hanno dimostrato che le varianti contenenti la mutazione E484K sono meno vulnerabili ai vaccini rispetto alla forma originaria del virus. La variazione interferisce con l’attività degli anticorpi che, più o meno, tutti noi produciamo.

Le persone che hanno avuto il coronavirus o hanno ricevuto il vaccino, sono più propense a sconfiggere questa nuova variante, e non c’è dubbio su questo“, dice il dottor Nussenzweig. “Ma loro potrebbero comunque ammalarsi un po“. Ha aggiunto anche che coloro infetti potrebbero chiaramente  infettare gli altri facendo così circolare il virus, e ritardando di conseguenza l’immunità di gregge.


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