Covid, da gennaio aumentano i casi tra gli under 20: il 60% ha sintomi lievi


Preoccupano i casi covid tra i giovanissimi non tanto per la gravità dei sintomi quanto per la facilità di diffusione del virus. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, da gennaio si registra infatti un incremento dell’incidenza dei positivi covid under 20 che ha superato per la prima volta da inizio pandemia le altre fasce. E’ quando emerso dal rapporto ‘Focus sull’età evolutiva’ che ha monitorato i casi di covid da agosto dello scorso anno fino a pochi giorni fa, il 24 febbraio.

Come rende noto il ‘Corriere della Sera’, l’incidenza covid per gli under 20 di gennaio/febbraio è stata intorno ai 150 casi per 100mila abitanti. Numeri che hanno spinto il Ministero della Salute a rivedere la posizione sulle scuole. Nel nuovo dpcm infatti saranno introdotti nuovi criteri per consentire a governatori, sindaci e prefetti di poter ordinare la didattica a distanza non solo nelle zone rosse. Intanto il Tar ha dato ragione a De Luca, confermando le chiusure.

In particolare dall’8 febbraio si registra una maggiore incidenza di casi nella fascia di età che va dai 10 ai 19 anni mentre scende quella degli over 80, segno che la campagna di vaccini iniziata con queste categorie più fragili sta funzionando.

Come reso noto dall’Ansa, la maggior parte però non ha sintomi gravi:

“Il valore più alto è registrato fra i 13-19 anni, poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti, mentre nei più piccoli è minore. Nelle fasce di età più giovani, fra i casi diagnosticati rimangono pochissimi quelli gravi, mentre quelli lievi sono circa il 60% e il resto sono pauci sintomatici. Il rapporto ha censito anche il numero assoluto dei casi nella fascia di età sotto i 20 anni, che sono stati sopra i 106mila a novembre per poi scendere a circa 61mila sia a dicembre che a gennaio. Sempre a novembre si è raggiunto il picco di ricoveri in terapia intensiva per queste fasce, 53, scesi poi a 25 a dicembre e 21 a gennaio. Ricoverati in ospedale c’erano 1.006 bambini e ragazzi (0-9 anni), oggi sono meno della metà (470). Stesso andamento per i decessi, otto a novembre”.

 


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