Zone gialle, ISS: “Serve grande attenzione, bisogna distanziarsi dai non conviventi”


Nel corso della consueta conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia, l’Iss e il Ministero della Salute hanno esortato la popolazione a mantenere alta la guardia, soprattutto in vista delle riaperture.

Iss e Ministero della Salute sulle riaperture: “Grande attenzione”

La situazione nel nostro Paese appare in miglioramento, così come spiegato dal Presidente Iss Silvio Brusaferro: “Il dato sta decrescendo in Italia. C’è una decrescita lenta ma progressiva. L’età mediana tende a diminuire, un dato che segnala anche come la vaccinazione delle fasce d’età avanzate cominci a dare i suoi effetti. La maggioranza presenta assenza di sintomi o sintomi abbastanza lievi”.

“La stima dell’RT ruota intorno allo 0,81 col range superiore allo 0,89, dunque sotto l’1. Anche i ricoveri stanno decrescendo, oggi rappresentano il 36% e la soglia di saturazione è del 40%. Anche in terapia intensiva c’è una decrescita ma l’occupazione supera ancora il 30% attestandosi al 35%. C’è una diminuzione di nuovi casi non associati a catene di trasmissione. Gli over 80 hanno superato l’80% e più del 50% ha completato il ciclo vaccinale”.

“Questo quadro ha portato la cabina di regia e il Cts a esprimersi confermando la lenta discesa dei nuovi casi e dei pazienti ricoverati ma comunque in un quadro che rimane ancora impegnativo. L’incidenza resta elevata, lontana dall’obiettivo di contenimento dei casi”. 

“Considerando anche la circolazione di una variante virale dobbiamo continuare a mantenere cautela e gradualità nella gestione dell’epidemia. Bisogna mantenere le misure di protezione individuale e il distanziamento laddove ci troviamo in presenza che non fanno parte del nostro nucleo familiare. Questo con l’obiettivo di ridurre le probabilità di contagio”.

Il professor Rezza, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, ha commentato: “Abbiamo una decrescita dei posti letto occupati in area medica che conferma questa tendenza alla diminuzione dei nuovi casi. Però abbiamo un numero abbastanza elevato di ingressi in terapia intensiva e questo numero ancora alto di decessi. Io direi troppo elevato. Abbiamo avuto un miglioramento della situazione epidemiologica sia dell’incidenza, che rimane ancora molto più elevata di quella soglia che auspichiamo di raggiungere, e una tendenza alla diminuzione dell’RT. Sia incidenza che RT rispetto alla scorsa settimana sono scesi molto poco”.

“Abbiamo ancora una congestione delle terapie intensive. La situazione, sebbene migliora, va sempre tenuta d’occhio. Sappiamo come si comporta quest’epidemia, dipende dalle misure, dai comportamenti. Ci sono state misure restrittive e i casi sono diminuiti ma quando ci si rilassa bisognerebbe stare attenti che non ci sia una ripresa. Chiaro che dobbiamo mantenere un equilibrio tra necessità di non far ricrescere la curva e esigenze economiche”.

“C’è un’accelerazione della campagna, bisogna fare di più e in ciò dovremmo essere aiutati soprattutto nei due mesi che mancano alla fine di questo trimestre. Va aumentata la velocità di vaccinazione. L’unico modo reale per cercare di tenere a freno la circolazione virale senza prendere misure restrittive è la vaccinazione”.

Sul rischio di riaperture, Brusaferro ha detto: “Il nostro obiettivo è contenere l’RT sotto l’1. Questo tesoretto va gestito cioè avere grande attenzione, c’è necessita di rispettare le  misure. I rilassamenti sono graduali il rispetto delle misure nei comportamenti individuali, nell’attenzione alle aggregazioni diventa un fattore decisivo. L’altro elemento importante è quello delle vaccinazioni. Far crescere il numero di vaccinati è importante, man mano che cresceremo in questo accrescerà anche la sostenibilità di nuove aperture. Infine sono necessari gli strumenti di monitoraggio che laddove dovessero verificarsi fenomeni di ricrescita ci consentano di intervenire tempestivamente”.

Sulla stessa scia anche Rezza: “Nessuno può escludere un nuovo aumento di casi ma bisogna responsabilizzare le persone. Quando ci sono le aperture si assume sempre un rischio ma è chiaro che i singoli non devono interpretare queste aperture come un ‘liberi tutti’. Ormai siamo abituati alla convivenza con questo virus. Noi ci auguriamo un aumento veloce delle vaccinazioni ma prima della fine del trimestre non otterremo un effetto rilevante sulla trasmissione. Finora abbiamo vaccinato per proteggere”.


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